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al testo di Abraxas
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C’è un dio che l’ha ordinato uno dei tanti che arma la mano di assassini spietati?
Siamo stati creati o siamo solo in movimento tra galassie e buchi neri filamenti di tempo e cemento embrioni di eternità solo intravista, veri testimoni del male che percorre l’universo?
Non c’è soccorso o concorso di colpa se sono queste le radici se il peccato originale è nell’assenza di senso di questo vagare informale tra deserti, nebbie e alveari sulle sponde di flussi stellari.
La risposta non è il vento a soffiarla, non c’è, punto. C’è questo abbozzo di tragedia un finale che è inizio il moto circolare del pensiero in mare aperto e l’indizio lo squarcio inatteso che è speranza. Gli spari, poi, un’altra mattanza.
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