Scrivi un commento
al testo di Federico Zucchi
Un ragno ad Aleppo
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Un ragno ad Aleppo
Ho faticato molto a venire sin qui la fila di olmi abbattuti, l’altalena dei lampioni divelta, gli insetti fuggiti a volo radente, la polvere che impregna di sangue le ragnatele.
Ho detto qui sarò al sicuro dentro una sala operatoria nel bossolo della persiana, piuttosto vicino al profilo sacerdotale dell’anestesista.
Ho pensato che la guerra non sarebbe entrata senza indossare i guanti di lattice o almeno lavarsi le mani per tutti quei morti.
Ho pensato adesso sono a posto qualche moscerino non manca mai nemmeno in un ambiente asettico, specie quando la luce si smorza e il chirurgo si spoglia del verde.
Ho pensato di essere salvo ma non avevo capito che la guerra detesta le sale d’aspetto e dileggia i luoghi più umani.
Ho pensato -mentre morivo- alla mia cattedrale di fili sospesi, poi un boato e l’ultimo lampo sul bisturi cieco.
|
Leonora Lusin
- 04/02/2017 06:16:00
[ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]
Mettersi nei panni di un ragno...originale e molto efficace nel farci toccare il dolore di Aleppo e della sua gente.
|
Nando
- 16/08/2016 19:45:00
[ leggi altri commenti di Nando » ]
La poesia mi sembra ben scritta, ma il tema è molto difficile e troppo attuale: il rischio è la perdita di "voce" della poesia di là delle pur buone intenzioni autorali ovvero se di unimmediatezza testimoniale. Ho trovato (per esperienza diretta e personale) perfettamente descrittivi il "profilo sacerdotale dellanestesista", seppure laggettivo può aprirsi a molteplici sfumature interpretative, lo stesso conferisce precisione allatto professionale in cui si esprime manifesto la sua "mediazione ministeriale".
|
|
|