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al testo di Fausto Torre
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la giovinezza è implicita nella sua voce telefonica come spiega nei dettagli con l’ansia di vivere e un filo teso di speranza come un cavo da ponte mi dico: questo è il sogno che insinua un desiderio molto prossimo allo zero di aspettative, io non faccio che rinnovarle l’ascolto fingendo un maggiore coinvolgimento, in verità ricordo una figlia che non ho seguito la quantità di acciaio sulla nostra comunicazione l’impiegata continua a sbrogliare il vademecum, fissa i punti si riserva di telefonarmi di nuovo. Il giorno dopo le sembra lontanissimo, glielo leggo sulla fronte attraverso lo speaker invalidante, obliante, capace come un geco di sfuggire al predatore non sa che a catturarmi non è la sua voce benché rigenerata prensile neanche i presunti vantaggi dell’offerta, solo una concomitanza come lei reciterà i termini a 208 di metronomo sapendo che le capita sovente di fallire al primo tentativo, lei non sa se avrò perso la pazienza o mi lascerò incalzare un’altra volta dicendo sì, sì e sì
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Lig E. Norant
- 04/09/2016 19:02:00
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Se diamo lustro allarte e riconosciamo il poeta oppure entriamo nel drammatico iato: questultimo atto è per ora il migliore possibile per giustizia, senza disconoscere il valore dovuto al primo.
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