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al testo di Angelo Basile
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Hai gettato via il mio passato
con noncuranza, neppure un frammento ne hai lasciato, un misero ricordo, un momento; con insensibile arroganza l'hai calpestato. Nei miei diari c'era scritto chi ero, in quelle righe il nome di chi ho amato: il tuo, più volte, dolcemente ripetuto. Quelle parole non torneranno più indietro. Non la luce dei tuoi occhi e le nostre risate, i nostri pomeriggi, le passeggiate, le cose belle passate e quelle tristi, i sogni e i risvegli mesti. Le parole, le mie, che mi hanno accompagnato, quelle nate per caso, quelle sofferte, notturne, che ho ricercato, la loro sorte tu, solo arbitro, hai deciso. Perché? Vorrei chiederti questo. Ma tanto non sapresti rispondere: forse nemmeno hai capito il tuo gesto, la ferita che mi hai saputo infliggere. Certo non erano cose importanti, come i soldi, il denaro che tu bene comprendi: erano solo povere parole, piccole, insignificanti parole d'amore. |
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