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al testo di Amina Narimi
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Ti scrivo, da una cella silenziosa, senza quasi un alito di vento, con un piccolo dolore, nell’amore. Mi smarrisco. Nel movimento delle mani è già domenica, ed il suo grazie, nella notte antica del tuo nome, come ali, nell’aprirsi. E poi riposa, dentro il ventre colmo di mio figlio. E’ là che siamo entrate, tra le tue profonde e assorte mani. Ci hai raccolto. Lasciamo che tutto accada ora, come fosse un fuoco grande tra le cose e noi. Coperti dalle ombre, noi, la terra, farci culla. Anima mia, tutto è già dentro, e tu, lo senti come vuole ricadere l’anno nuovo, come un frutto, come casa tua. Guarda come ci raggiunge, come si intreccia nelle mani che germogliano del suo futuro, e il ritorno cresce in lui verso la gioia. Viene, caldo del nostro sangue, come una gemma. |
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