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al testo di Pasquale di Gennaro
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I Dal balcone guardavo il grande ferro, nevischio d'acciaio e binari. Dietro di me mio padre imprigionava farfalle in un bicchiere. II Cantano di glicini e lentisco, ma io ignoro la frescura dei sottomuri. Educato al catrame pastoso, alle narici l'odore acre, ( ... e il pontile ) . III Furono i fiori a salvarti. Presi uno per volta rapiti alla rugiada. Nel gesto le dita divennero aria. IV Dissolto il treno dietro la curva risorgerà. V Ripristina il tempo andato. opera di alchimia ? Macchè ... solo nostalgia. VI Tu mi vedi di sera assopito, dolente, dissolvermi in una figura accanto. Tu mi vedi ed io riconosco il tuo alito.
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