LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Mauro Barbetti
|
|||
“...noi non siamo salvi noi non salviamo se non con un coraggio obliquo con un gesto di minima luce.” (A. Anedda)
1
Non si ha cura abbastanza per le folgori aperte nel nero: lo spazio è quest’Europa adesso che langue pingue e non dura il tempo arriva oscuro e spesso come attraverso un secolo da fare verso un altro ancora senza nome. E pare sempre poco probabile ogni evento prima che accada prima che un imprevisto ce lo consegni a dato di fatto a cronaca che debutta in Storia a vetro che porta distanza come metro di confronto lontananza che prima non era o un’altra variazione sulle carte. Eppure posso sempre immaginare che l’alzata dei palazzi i grumi di traffico intercalare e i passi della gente si facciano silenzio fissità maceria. Non sarebbe poi così strano se è solo la norma che l’occulta il dato visto e rivisto la convenienza lo status se è davvero il pallore della pelle a negarlo alla ferita e gli slogan degli stolti in quest’aria da fine impero.
2
Qui ci rivolgiamo a oggetti chiamandoli con nome proprio esponendoli nel cartiglio personale anagrafandoli in moglie o figlio e pesano le tasche di un peso grave e a fondo un tanto di zavorra e millibar che s’avverte sopra. Abituati alla rimozione per cui l’analisi non dura e non dà risposte che nei vocabolari non trovi “decadenza” ma parafrasi dubbia e sibille da interpretare guardiamo soldi seguire rotte sicure tra le due sponde ciò che davvero non scompare sotto la superficie resta alimenta il grasso e l’odio che qui sbroda. Si cova come un cibo dorato lo stesso che nutrì e uccise Mida. Se non torno sai dove anch’io sono nelle mattine d’arancia nella rosa dei venti in tutto il niente del cielo e del mare sotto. A fondo senza nemmeno la fame a giustificarmi.
3
La verità della Storia non la si coglie dalle scale necessita di ben altri occhi e intervalli oltre la vita individuale non la vedrai nell’ora presente e neppure aspettando il domani né tra un mese o oltre. Dispone piccoli passi il tempo confonde dovresti uscire all’attimo dopo alla luce del già successo. Così passò l’anno mille - mille anni fa - è trascorso anche il duemila - sia pur da poco - e nulla qua è successo che non fosse solita vita stentata e morte - sempre troppa e troppo spesso - Se tutto non sia già finito neppure il suo contrario è accaduto. Ricordami - così come avvenne per il dopo - di aumentare il conto di memoria per continuare indenne a esorcizzare l’ultimo saluto.
[ Poesie terze classificate alla III edizione (2017) del Premio Letterario Il Giardino di Babuk - Proust en Italie | scarica gratuitamente l'e-book del Premio: www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=217 ]
|
|