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al testo di Domenico De Ferraro
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APRI LE BRACCIA E CORRI Apri le braccia e corri incontro al vento che mite soffia tra i rami degli alberi in fiore. L’inverno ci ha lasciati con mille dubbi con un terribile dolore chiuso nel petto ,palpitante al suono delle note che giulive, ballano spensierata nell’aria d’aprile. Giunta la mite stagione , l’animo s’incanta ad ammirare i colorati passaggi, leggiadre voci , nel vento ritornano. Perduto nel mito l’ombre della sera ,strisciando vengono , ingorde ossessive si radunano aggressive nell’ore plagiando l’amore d’un tempo addietro e immemori sono i momenti trascorsi inseguendo i propri ricordi . Un grido che s’ode in mezzo alle strade , dove passano le auto , dove i passanti tirano diritto senza guardarti negli occhi , un orda di barbari barbuti sull’onda di soavi melodie approdano in questo antico porto , dove affonda lentamente questa nave carica di speranza. E con essa la storia che ha generato ogni cosa ,ogni lotta , ogni sforzo ora sepolto sotto un mucchio di terra senza un nome , senza onore . Dorme sull’alture del Golgota , ai piedi d’un monte tenebroso , sulle pendici innevate ove i stambecchi saltano felici rincorrendosi nel silenzio. Dorme sognando un mondo migliore, meno inquinato ,senza ladri o assassini. Dorme ai piedi d’una croce , nel sorriso che culla i fanciulli vestiti di rosa e d’azzurro che escono di scuola gridando, che salgono gioiosi nelle macchine dei loro genitori. Breve pomeriggio ove si consuma questa passione , questo delirio di frasi senza metro , messe ad asciugare fuori al balcone insieme a vecchi indumenti bagnati . Un raggio di sole che penetra attraverso fitte oscure nubi a illuminare i tetti delle povere case ,delle chiese , dei palazzi , dei castelli pendenti sui colli dormenti . Muore e rinasce ogni cosa nello spirito della resurrezione ,nel sogno di nuove generazioni di corsa verso nuovi traguardi . Alla ricerca d’una pace ,d’una breve illusione ,d’una dolce canzone , di un qualcosa che ti renda felice , senza continuare a sentire dentro di sé questa ipocondria , tornare ad essere spensierato come un tempo abbandonarsi in mezzo alla folla, ire perduto e contento con i libri sotto il braccio come si faceva da studente . Guardare curioso le vetrine e le belle donne , la gente che viene da lontani paesi . Che cammina e sorride con te , tre metri sopra al cielo e pare non aver paura di questa strana storia che bussa forte , fuori alla porta e vuole entrare ad ogni costo a raccontarti della sua vita , del suo mistero. |
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