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al testo di Rosanna Pasculli
Cariatide
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Pilastri di sogni, le favole. Vuotate del pragmatico abito del vero, indossano il velo della pretenziosa illusione. Fingendosi solidi cedono sotto il loro peso, mentre un abile mietitore ne falcia il gambo col suo braccio teso.
Demolitrice son io con questo braccio: ho cullato quell’idea al suon d’un canto di sirena, che l’ha divorato; annegato nelle viscere di un mare di facili naufragi e dure risalite, di conquiste e cedimento, privo ormai della gioia che animava l’autentico fermento. La paura di affrontare, la paura di cadere son ladre di quel tempo che il passato, poi, trattiene nelle mani ignare e pregne di ricordi, rammarichi e rimorsi. Non incedere in errore un’altra volta. Fisso nella mente il sogno del mio passato e del presente che, rincorso dal tempo, inciampa nel suo vestimento. Un inganno più grande di quell’illusione che vestiva di vero la vecchia passione.
Superstite cariatide del mio tempio, quell’idea e il suo turbamento. Idea disillusa o favola antica, che, bagnata dal sole, riprende vita.
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Rosanna Pasculli
- 30/01/2017 18:14:00
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Leonora, questi versi sono il frutto di una grande prova di coraggio … ci vuole fin troppa forza per abbattere un pilastro di sogni, ma anche una semplice parola, detta in un certo modo, può avere l’energia necessaria per farlo.
Tutto è costruito su un dissidio interiore, di mente e cuore: una lotta che diviene anche scontro di parole, ostentando, a tratti, una durezza più marcata nelle espressioni.
Forse sono posseduta da uno spirito antico!… colpa dei miei studi, delle mie letture… l’amore per l’Ottocento è così radicato in me? È del tutto inconscio, allora! È solo il mio modo di scrivere, non lo cerco, le parole vengono a cercare me.
È la prima volta che apro le porte dei miei pensieri ad un pubblico così vasto e ricco di talentuosi scrittori. Mi spaventa un po’ tutto questo, ma il confronto mi aiuterà a comprendere quel che riesco a trasmettere, i miei limiti, i pregi, se ce ne sono!
A presto!
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Leonora Lusin
- 30/01/2017 13:38:00
[ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]
Cara Rosanna visto che sono stata benaccetta cerco di essere più precisa: nella prima strofa ci sono espressioni che inabisserebbero qualsiasi partitura musicale: pragmatico abito del vero pretenziosa illusione. la metafora del mietitore è di sapore ottocentesco per quanto in questo caso appropriata, ma quanta forza ci vuole per falciare un pilastro? per quanto di sogni...?
II strofa di facili naufragi e dure risalite,di conquiste e cedimento, privo ormai della gioia che animava l’autentico fermento. Qui addirittura è tutta la strofa ad appartenere ad epoche passate... (quali sono le tue letture?)
IV E V STROFA Buona musicalità ma lingua ammicca ad un fintissimo Pascoli
Domanda: ma scrivi così per divertimento oppure sei lavatar di qualche misconosciuto poeta, primo ottocento forse, che si è impossessato della tua penna? Scusami, se posso sembrare troppo caustica, ma è il mio peccato originale...
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Rosanna Pasculli
- 30/01/2017 09:44:00
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Per esserti fermata!!!* ero in procinto di scrivere altro...
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Rosanna Pasculli
- 30/01/2017 09:42:00
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Grazie per averti fermata! è bello confrontarsi, leggere le diverse opinioni...
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Leonora Lusin
- 30/01/2017 09:14:00
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Interessante ma linguaggio troppo aulico almeno per il mio gusto.
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Rosanna Pasculli
- 29/01/2017 17:57:00
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Grazie infinite!!
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Salvatore Pizzo
- 28/01/2017 19:23:00
[ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]
Una costruzione che avvince e delizia... Un saluto
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Rosanna Pasculli
- 28/01/2017 17:50:00
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Auro Darcola, grazie mille!
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Auro d’Arcola
- 28/01/2017 15:43:00
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Piacevole lettura e immagini suggestive...
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