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.Mama.

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(Dal libro "Nelle trasparenze caotiche di nuvola perpetua")

 

Non andrò oltre l'orizzonte

a chiamare il sole per il mio ritorno

e non andrò verso le stelle

a incidere nuovi sogni,

scenderò quieto dalla punta più alta

dell'Aspromonte e quieto

resterò ad osservarti Mamma.

Resterò ad osservare casa mia

che si suicida nel cemento

o che si ciba di mundizza,

menzogne, apatia e melograni,

melograni spappolati e carti,

briscula e trissetti, scupa, e more

con fiori di ginestra calpestati

da verdi rovi e vicoli e strade

ricoperti da gambi di gelsomino

mozzati alla testa che sanguinano,

sanguinano su coste e valli,

abbracciando fiumare

che corrono corrono

sotto piedi

che pigiano pigiano

uva acerba che dorme nelle gole

di uomini che hanno sonno.

 

(Cadono sul letto come piume dal cielo,

ma sono serpenti allegri nell'ombra di un bar)

 

Calabrisella mia facimmu amuri mò,

ora che in notte danza Mamma

con gli strilli dei cummari,

il secco pestare di una zappa,

il belare d'una capra

e il ronzio di mosche

e il colpo di lupara

inferto su d'un infedele.

 

Calabrisella mia,

cadono sul letto come piume dal cielo.

Calabrisella,

non devo andare a cena da nessuno

per vedere un pezzo di pane accoltellato.

 

Casa mia; gambi di gelsomino mozzati.

(Tu moriri mi fà)

 

Danza Mamma

 

Oilì, Oilà

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