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al testo di Emilia Filocamo
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Quello che siamo stati è risultanza da cantiere, polverume asciutto ed urticante che, ammassandosi, infastidisce i gatti e fa le suole parlantine. Quello che siamo stati è rimasuglio, cordoglio, scarto, un disordine di spiagge miste a rovi, la perizia con cui alla vividezza di un trancio di carne e rosso, viene spurgata la bianca, grassa bordatura con la smorfia di un difetto, di una disabilità immangiabile. Quello che siamo stati, sarà scritto dovunque non potrà essere letto: un'affissione simpatica, allegra quanto un codice indecifrabile, abracadabra luciferino, accoppiata di formule e divari. Quattro gambe che insieme dovevano, se non fosse stato per quel veto, capitato con la ferocia di un guaio mortale, e l'improvvisazione di un incidente. Solo che noi venivamo via felici da quel contrasto, come da una festa.
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