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al testo di Amina Narimi
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Assimilo nel buio la tua luce, te la offro come cibo, ripetendo: io-te, il desiderio di contatto, di pulviscolo, uno sguardo, dove siamo rimasti senza braccia- Se avessi tolto prima la cornice ti sarebbe apparsa nel perimetro la tela con il colore originale dello sfondo, il rosso carapace della cocciniglia, dove tutto si trasforma e viene fuori lo splendore della vista, nel ritratto di ceneri e silenzi, fioriture, una stradina verde per l’anticipo del vento, l’adagiarsi di ogni lembo, e solo dopo l'arrivo delle mani, dappertutto, il lungo viaggio delle voci avanzate di ritorno, le scoperte, gli accostamenti alle pareti, le praterie, il tuo volto, nella stanza dei tesori - gemelli muti con l’addome magro addormentati sul volume di preghiere. Appena fuori i nostri corpi la sera è l’abbozzo di un’ala che cresce, braccia, alla luce di domani. |
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