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al testo di Alessandra Ponticelli Conti
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Non serve partorire parole. Meglio andare. Porterò con me una viola gravida di sole, il primo libro letto, una lente. La foto di famiglia in un interno. Una pièce a scena aperta. Non preoccuparti per la cena. L'orologio in cucina è fermo e non segna ancora le sette.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 03/04/2017 20:05:00
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Carissimi Alberto e Leonora, grazie per il vostro apprezzamento. Un saluto caro a entrambi Alessandra
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Alberto Becca
- 02/04/2017 06:23:00
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Poesia "lapidaria", che non ha la freddezza del marmo bensi la delicatezza delle viole. Tutto (sulla terra) ha un limite; anche le parole, i pensieri, la poesia stessa che, se genuinamente ispirata, conduce verso orizzonti sconfinati.. ma il limite resta, poichè è connesso con l esistere (che è temporalmente limitato)e questo limite è al tempo stesso un dramma (una "piece") e un motivo di consolazione. Un particolare apprezzamento per lìncedere, il fluire veloce del testo (incalzante ed avvincente) che è visivamente una sequela di immagini simboliche proposte in rapiddissima successione e trasalimento finale
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Leonora Lusin
- 01/04/2017 21:30:00
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Ho dovuto leggerla più volte per capirla..sono tarda. Immaginare il proprio congedo e con quanto garbo. Mi piacerebbe confrontarla con qualche altra poesia di tema simile. Chi ne conosce qualcuna? Un saluto affettuoso Alessandra.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 01/04/2017 21:06:00
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Salvatore, Klara, Nando: grazie di cuore! Un abbraccio Alessandra
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Nando
- 01/04/2017 20:28:00
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Entro il secondo verso siamo all"esplosione" della potenza espressiva racchiusa nel testo; ma lelencazione rende landare un pellegrinaggio, che sia religioso o alla "on the road" non importa, non si torna per la cena: il tempo delle convenzioni è stato annichilito dalla ricerca esistenziale di un senso autentico del vivere. Bellissima poesia. Ti abbraccio forte.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 01/04/2017 18:53:00
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Caro Giovanni, grazie. Magari ti somigliassi! Un caro saluto Alessandra
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Giovanni Baldaccini
- 01/04/2017 18:05:00
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Ah, Ale, mi è piaciuta immensamente per contenuto e linguaggio. Mi somigli un po...? No, sono io che mi sento vicino.
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Klara Rubino
- 01/04/2017 17:29:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
La trovo sopraffina! Quellorologio fermo parla dello stato danimo delle "cose": autore e lettore compresi!
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Salvatore Pizzo
- 01/04/2017 17:16:00
[ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]
Delicata, profuma di quella mestizia che solo certe partenze sanno comunicare... Piaciuta Un saluto
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