LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Salvatore Pizzo
|
|||||||||
Fuori bolla la coppola sul cranio incollata per un nulla ai capelli crespi che basterebbe meno d'una scoppola a vederla volare trottola vorticante subdola... Ma che c'entra Capo Verde? Di quelle isole immagino spiagge nere. Vulcaniche, onde ne stringono al collo le coste di morna strangolandole con saudade E'qui ch'è nata Iris: indolenza nel passo sulla sabbia scura luna luccicante ebano. Iris che affonda il coltello nella pancia nuda e cruda del pensionato; che volesse lui stuprarla, lei lo ha sostenuto; Iris che rigira gli spaghetti in padella, nel salto rovesciandoli per terra, che così i vermi ci si ingrassano. Poi avrà anche pianto. Di certo rideva, intanto che bruciava la cipolla. Pure che bevesse lo dicevano. Io so solo che questa è la prima sera: l'autunno nelle orecchie ronza trapanando con strazi e balbuzie fino al cervello. Senza requie gli acuti assillanti risucchiano che ci pensi a Capo Verde, al sole, al ritmo lento del vivere e ad Iris che galleggia vittima improvvida assassina inebetita che persino la morte rallenta dietro le sbarre.
|
|