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al testo di Amina Narimi
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-Pochi decimi di efa e un grano nuovo, nella ciotola di biada, al primo anello.- Ridursi è gioia, nell’arca di uno spazio, da quando mi hai insegnato a carezzare come i salici nell’acqua, e lentamente, se nella continuazione si riflettono, che i corpi sono lampi di sistemi. Quando tutto viene avvicinato io sento soltanto la tua voce. Non è tacere, il mio silenzio, ma la fonte di uno stare doloroso, per riceverti- nel più intimo dei luoghi che ha una madre- se cammino dal leone nell’acquario, per cadere, finalmente, nella veglia che mantiene il sogno fresco, quando, oltre le cime, perde la sua luce. Da parte a parte non sono più individui, il sale, il bianco, e il velo, riaccolti nel lucido mistero di un grande uccello che attraversa il mare col respiro quieto di un bambino mentre dorme. |
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