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al testo di Adielle
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Restituiscimi le foglie, chiaroscuro dei miei cardini. A che servono le foglie? Il vento può risponderti tra gli alberi. E consegnami quella vita che bramai, dalle radici alla corteccia. La terra che abbracciai non scende a compromessi ma resta ferma, salda. Santa la conferma, la promessa del bosco che avanza. Nessuna crepa non servirà la zolla. E anche quando tremeranno i rami sarà per un giudizioso risveglio: l' inverno dalle asole di cristallo. La fotosintesi del mio destino attraversa vene portanti e le correnti vaganti sono intrusioni di clorofilla dove credere significa non morire eternamente e la vita è sentinella di trasformazioni perenni. Le parole sono serve gravide del padrone. Generando silenzi imbarazzanti si fa esperienza di una fase della morte. Poi dal seme nasce ancora una canzone a notte fonda e ti sembra che tutti la sappiano già a memoria prima ancora di ascoltarla. Scalderò certi fiori quando sarò legna da ardere il cui profumo ti farà sorridere ogni mattina. I petali dispari conformi alla regola, uscendo fuori tema. |
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