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Il cacciatore di mosche

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Il cacciatore di mosche
di Aldo Komenov
Autorieditori.com 2011
euro 9,80
www.autorieditori.com/catalogo.aspx




Per chi ama i libri un aspetto non secondario è costituito dalla fisicità, dall’essere il libro destinato ad occupare uno spazio e mostrarsi nell’ aspetto materiale.
Il libro di cui ci si sta occupando presenta diverse, sorprendenti anomalie.
La prima è la cura grafica: la copertina è impreziosita da un bassorilievo di Silvia Leporati, dal titolo Il cacciatore di mosche, che merita molto più di una citazione per l'eleganza, la sobrietà delle forme e dei colori, la bellezza dei materiali che ne fanno un oggetto desiderabile prima ancora di aver letto il libro, lo impreziosiscono e lo rendono attraente dal punto di vista concreto, visivo e tattile.
Ulteriore anomalia di questo libro, e non secondaria, è costituito dall'edizione.
E' pubblicato in proprio, da autorieditori.com, un'associazione di appassionati di letteratura e di poesia che intendono scommettere sulla pubblicazione di libri di qualità finalizzata al profitto del lettore e non dell'editore, esempio di editoria dal basso, democratica, che in futuro è destinata a soppiantare i potentati dell'editoria basata sul profitto del capitale.
Il cacciatore di mosche è la prima pubblicazione dell’associazione.
Ancora sulle anomalie: è un romanzo ma il linguaggio usato si avvicina molto alla poesia, al suo interno, all'interno della storia germogliano bellissime poesie ma non è un libro di poesie; vi sono spunti filosofici, ma espressi in forma di domande esistenziali, rovelli pratici in cui tutti ci siamo imbattuti e c'imbattiamo nel corso della vita.
Che cosa è veramente l'amore ? E l'amicizia ? E il senso della esistenza ?
L'autore non fornisce risposte, il grande merito di questo libro è di rivoltare il terreno delle domande e rendere la terra soffice, fertile delle risposte che il lettore saprà trovarci.
E' un libro che va letto una prima volta col sorriso sulle labbra, perché è ricco di ironia e di leggerezza, e una seconda volta con le antenne puntate nella direzione di quello che l'autore non rivela, ma accenna, a volte suggerisce, o sottintende.
La trama è smilza, e racconta l'ingresso nel giardino dell'amore, nella poesia, nella vita.
Il protagonista scopre di essere diventato padre, e procede di scoperta in scoperta.
Un romanzo scritto indubbiamente con una forma lieve, si legge d'un fiato, ma intenso nei contenuti: la storia di una iniziazione.
Contiene al suo interno la gestazione di un altro romanzo, che è appunto Il cacciatore di mosche.
Gestazione perché, nella sua brevità e fuggevolezza creativa, può apparire incompiuto, ma rivela la sua compiutezza e la sua finalità nella sovrapposizione e nel ricongiungimento dei piani narrativi offrendo un risultato finale davvero sorprendente.
Il racconto si snoda con agilità e una grazia espositiva che a volte suscita il sorriso, a volte costringe a una partecipazione emotiva molto intensa.
Ci si affeziona ai personaggi in maniera spontanea e questo è il risultato più encomiabile cui può aspirare un romanzo.
Il meccanismo narrativo rivela il suo potere coinvolgente fin dalle prime pagine, così ne risulta una lettura avvincente e piacevole, arricchita dall'inserimento di piccole, deliziose poesie che fanno da contrappunto alla trama, commentano il testo, approfondiscono lo spessore delle figure che si muovono sulla ribalta.
E in fondo al libro è come se scorgessimo un chiaro, illuminante sorriso, a ricordarci che la vita vale la pena di essere vissuta.


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