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al testo di Matteo Bona
Il Silenzio
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Forse il silenzio, Previo ‘l risuonar de l'anima Nel fragor del concerto Oscuro e vivo, Meco striderà anzi assai Giacché avvezzo son Nel menar favelle Vuote. Silenzio, Ove sei? Squarcia la folgore il cielo E le nubi di dio Tuonano l'ambasciator Di vita! Ah, dolce ciangottare... Sotto questa stilla eterna E melliflua Ascolto l'anima riecheggiar Della stessa sostanza dell'universo. Eppur questo orrore tanto Grave e greve, Gracido fra le mani della terra Che si protendono ad ei, Ottunde l'animo mio nell'esaltar Tosto il profano sproloquiar. Dacché il tacer altro Non è che il roboar de l’anima, Mia è la pretesa di trasalir Al filisteo mondo Di parol tracotanti! Ahimè, io non son degno: Al di là del silenzio Altro non v’è che Il tacer di dio. Tratto dall'opera Dalla Palingenesi alla Poetica del Vuoto, o L'Ultimo Romantico ©Matteo Bona, LULU Edizioni Digitali.
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Matteo Bona
- 05/10/2017 18:45:00
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Gent.mo Arcangelo Galante, la ringrazio moltissimo per il suo apprezzamento.
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Arcangelo Galante
- 05/10/2017 14:23:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Un’ottima riflessione sul silenzio, inteso come elemento esistenziale e bene prezioso, da rendere denso di valore. Oggi, è molto importante meditare sul silenzio, ma anche meditare in silenzio, per meglio orientarsi in questa società del rumore e del caos, per meglio capirsi e comprendere cosa accade in quel taciturno frangente che rivela assai, agli interessati. Ma il silenzio può essere anche di inimicizia o di più, quello verso chi pensiamo non meriti neppure la minima considerazione, o verso chi, pur esistendo, non esiste più per noi, persino attribuendolo all’indifferenza divina. È una pubblicazione agile anche nelle contorsioni del pensiero del poeta, che appare spiazzato e irretito da concitati sentimenti, in merito alla situazione nella quale è coinvolto, tentando di dipanarla. La fine, è veramente didascalica, nel messaggio che lautore ha inteso trasmettere al lettore. Bravissimo!
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