LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo proposto da Serafina Barbara Greco
Il ruolo della poesia e gli stadi del suo sviluppo

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

Come vedete la poesia?
Intrapsichica?
Relazionale?
O addirittura sociale?

Quando si parla di poesia, e di arte in genere, con riferimento al suo ruolo sociale, questo può essere inteso in vari modi. Prima di esporre il mio pensiero, vorrei fare un paio di precisazioni prelimari.
La prima è che il confronto tra artisti nel senso di superiorità o inferiorità, unico o non unico, famoso o non famoso, non mi interessa, parendomi sterile e fuorviante rispetto a ciò che realmente costituisce l'arte; se di confronti vogliamo parlare, ho espresso il mio pensiero nell'articolo "Cos'è l'Arte? Chi può giudicarla? Riflessioni".
La seconda considerazione è che, secondo la mia concezione, è "arte", e in particolare "arte degna di rispetto", ciò che è tale per l'artista: questo per me vale sia per i disegni che può fare una bambina nei primi anni di vita, sia per i capolavori dei grandi artisti del passato. Questo, secondo me, è il presupposto di base per avere un'arte veramente libera ed espressione vera di chi la pratica. Nel campo della poesia, quindi, non accetto alcuna imposizione del tipo "questa è poesia e questa no", e rifiuto parimenti affermazioni come "se vuoi scrivere poesia devi seguire determinate regole" (metriche o di altro tipo).

Dopo queste premesse, vorrei tornare alla domanda iniziale, un po' seria e un po' retorica, sui possibili ruoli intrapsichico, relazionale o sociale della poesia. Trattandosi di una domanda molto generica ("Come vedete la poesia?"), non ho specificato se mi sto riferendo al punto di vista di chi scrive le poesie o di chi legge le poesie scritte da altri. Mi sto riferendo al primo caso e, nello specifico, sto dando questo significato agli aggettivi da me scelti:

poesia "intrapsichica": significa che la poesia nasce "di motu proprio", da un bisogno interno normalmente emotivo, il cui "l'altro diverso da me" può esserci ma anche no, non è necessario, nel senso che la poesia comunque nasce;

poesia "relazionale": corrisponde al momento in cui la poesia diventa appunto "fatto relazionale" tra il poeta e chi riceverà la poesia, diventa mezzo di comunicazione, mezzo di scambio, ma anche oggetto stesso della comunicazione e dello scambio: in questo fase, "l'altro diverso da me" è significativo e necessario;

poesia "sociale": l'aggettivo "sociale" indica l'obiettivo ultimo e massimo della poesia, che non è più rivolta al mondo interiore o ad una relazione intima tra pochi, ma diventa un messaggio per tutti, rivolto a tutti, con una finalità di miglioramento sociale, con l'obiettivo di lasciare appunto una traccia importante e migliorativa nella mente delle persone che entreranno in contatto con la poesia.

Questi tre aggettivi corrispondono, secondo la mia esperienza, a stadi dell'evoluzione naturale della poesia e del poeta, e ogni stadio implica il precedente o i precedenti. Una poesia sociale è anche relazionale e intrapsichica, una relazionale è anche intrapsichica, ma una relazionale non è necessariamente sociale, né una intrapsichica è necessariamente relazionale.

Esempi:

"L'attesa" -> poesia solo intrapsichica... e abbastanza ermetica
http://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/55-lattesa

"La nostra baia" -> poesia tipicamente intrapsichica e relazionale, ma non sociale: è scritta in modo da essere comprensibile solo ad una persona... molte mie poesie hanno la caratteristica di essere comprensibili nella loro totalità esclusivamente ai destinatari (gli altri potranno comprenderne solo una parte)... alcune mie poesie cambiano persino significato in base a chi le leggerà, sono poesie mirate a specifiche persone
http://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/274-la-nostra-baia

"L'ultima guerra" -> poesia sociale, perché destinata a ogni persona dell'intero pianeta
http://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/99-lultima-guerra

Questa è la mia personale visione dei livelli evolutivi della poesia, fermo restando che è solo l'autore a sapere a chi realmente si sta rivolgendo.

Il ruolo sociale della poesia si ricollega a valori etici e culturali. Sulla Treccani, alla voce "Poesia", leggiamo:
«[...] la poesia è stata importante, forse discriminante, dal punto di vista evolutivo darwiniano.
E questo è, precisamente, il suo originario, primario, ontologico carattere etico. [...]»

http://www.treccani.it/enciclopedia/la-poesia_(XXI-Secolo)/

L'articolo della Treccani inizia parlando del ruolo sociale della letteratura. Buona lettura e buoni approfondimenti.

Francesco Galgani,
21 febbraio 2015

 

www.informatica-libera.net

 Francesco Galgani - 27/04/2015 22:47:00 [ leggi altri commenti di Francesco Galgani » ]

Ti ringrazio Laura, e ovviamente ringrazio anche Serafina per aver dato visibilità al mio articolo.
Le “sfumature di pensiero” che hai espresso sono sicuramente condivisibili :)

Io sono un piccolo poeta, la poesia è sempre con me, arriva quando vuole arrivare, anche nelle situazioni più impensabili... e quando arriva cerco di farmi trovare pronto. Forse questa disposizione d’animo è proprio ciò che distingue la poesia “vissuta”, che è come una fotografia di se stessi in un determinato istante, da un mero esercizio letterario. Proprio perché considero le mie poesie al pari di fotografie autentiche, non ho mai “osato”, né sentito il bisogno, di rimetter mano ad una poesia dopo averla scritta: lascio le mie poesie libere di esser quel che sono, e ogni giorno (o quasi) ne pubblico di nuove.

Credere nella poesia, accettarla così com’è, e proteggerla come qualcosa di prezioso, fa parte del mio modo di essere.

Buona poesia a tutti,
Francesco Galgani
http://www.galgani.it/

 Laura Costantini - 27/04/2015 14:24:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Innanzitutto voglio farti i complimenti per la concretezza espositiva, la chiarezza e per i link esplicativi e di approfondimento.
Diciamo che hai reso impossibile il fraintendere!
Per quanto mi riguarda poi, impossibile anche non condividere la tua posizione riguardo il tema.
Posso aggiungere delle sfumature di pensiero: la prima forma di poesia, l’intrapsichica, potrebbe essere una relazionale un po’ ermetica, nel senso che comunque nasce sempre, la poesia, da un istinto di esternare, lo spazio incompreso è spazio lasciato aperto al lettore che così facendo interagisce e finisce di compiere il significato dell’ opera.
In un climax crescente di gradimento, che per me è sinonimo quasi di coinvolgimento, la poesia che preferisco è quella sociale o universale.

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
 
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.