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al testo di Rosamaria Fumarola
Estate.
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L'estate ci coglie isolati, sperduti ognuno in qualcosa, per la prima volta in una guerra improvvisa, che chissà se finirà mai, come il rumore eterno della catena di montaggio. Maggio 2010.
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Rosamaria Fumarola
- 01/11/2017 19:23:00
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Sì,in effetti linadeguatezza di chi scrive rispetto a tutto ciò che sta fuori è la sensazione predominante nella lirica. Attualmente sono propensa a credere,come lei,che negli altri si possa trovare un sostegno, ma allepoca in cui scrissi questa poesia ritenevo che ciò non fosse possibile.La ringrazio per le sue parole, a presto, Rosamaria.
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Alberto Becca
- 01/11/2017 18:43:00
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E una guerra con se stessi ma anche con l ambiente circostante, altri uomini, altre estati quella che si coglie in questa lirica ove la stagione non ha confini ma si dilata verso l eternità; per combatterla (questa quotidiana guerra) siamo tutti impreparati e, se si combatte da soli, se si rifiuta l aiuto di altri, siamo irrimediabilmente perdenti
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Rosamaria Fumarola
- 01/11/2017 14:02:00
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Ciao Arcangelo, la tua analisi coglie appieno il senso de componimento.Grazie infinite per il tempo che gli hai dedicato ed a presto.Rosamaria.
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Arcangelo Galante
- 01/11/2017 10:16:00
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Una metaforica estate che, giungendo nel ciclico periodo, rende impreparato, l’animo umano, ad accogliere il caldo clima di guerra emotiva, la quale, si fa sentire sempre, perché ritorna nuovamente, come il martellante rumore di una catena di montaggio: siamo legati e coinvolti gli uni agli altri, inevitabilmente. Bellissimo testo, leggermente criptico nel messaggio e suscettibile di interpretazioni personali. Un fiorito saluto, carissima Rosamaria.
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