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al testo di Ivan Pozzoni
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Correndo sciancato come scarso debuttante ai balli sfrenati della bolla immobiliare, mi sono accorto con mesi di ritardo d’esser morto di ferita d’arma in grosso taglio, messo al corrente d’esser sotto conto, durante un’escursione al campo santo.
È il libero mercato, scotto da certificato, in testa alla finanza, creativa, compulsiva, beccata ad armeggiare, le mani nella borsa, con nobile burbanza.
Cadono banche, titoli scendono come stelle nella notte dell’Ade, innescando catene di suicidi tra schiavi altolocati, in tazze nude.
Libero mercato, nato intorno al ‘900, autotreno trainante in movimento, liberaci, animali sul bordo della strada, dalle tue manie di investimento.
[Scarti di magazzino, 2013] |
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