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Nevicata

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Rosse bacche tra bambagia lieve
sangue vermiglio ed il candore brilla
il gracidar di neri corvi in cielo
scuote i roseti un merlo tra la neve.

 

Un fragore di mezzi e di catene
lo scuotere incostante dei motori
un raschiare di pale, un urlo forte
misto a bestemmie e imprecazioni oscene.

 

Superba s'erge in un mantello bianco
e domina la scena la montagna
cercano tra gli abeti del lichene
cervi affamati e di camosci un branco.

 

Fuori dal centro fumano i villaggi
sommersi dalla grande nevicata
e il paesaggio è ricco di fantasmi
tra bianchi pini e candeggianti faggi.

 

Ed il silenzio in questi borghi regna
del grande movimento del paese
senti ogni tanto uno scrollar di porte
e colpi d'ascia a rifilar la legna.

 

Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 6.1.2018 – 9,58)

 

L'immagine può contenere: cielo, nuvola, albero, spazio all'aperto e natura

 

 Giulia Bellucci - 08/01/2018 08:06:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Concordo pienamente con quanto lei ha scritto e la ringrazio di averlo fatto. Non è certo una perdita di tempo per me. Io ho tanto da imparare da lei non viceversa. Come lei( e purtroppo da autodidatta, infatti dopo il liceo classico mi sono laureata in ing. chimica) cerco di leggere sull’argome ma uno studio guidato da una persona competente è un’altra cosa. Quindi la ringrazio della sua risposta.

 Salvatore Armando Santoro - 07/01/2018 21:01:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Armando Santoro » ]

A Giulia Bellucci

E’ stata piacevole ed interessante leggere la tua analisi al mio testo e ti ringrazio delle tue note che ho molto apprezzato e gradito. Discussioni di questo genere se ne dovrebbero fare di più nei portali di poesia perché aiutano gli autori a capire a fondo le regole della grammatica italiana, della sintassi ed anche, poi, della composizione. La lingua italiana è tanto complessa che diventa presunzione asserire: io so scrivere. Generalmente si è dilettanti, disposti su ordini di gradini differenti (più in alto o più in basso) ma pur sempre dilettanti. A volte io leggo testi noiosi per tanti (tipo "la metrica", "l’analisi del testo", "le metafore", ecc...) e devo dirti che leggendo mi accorgo della mia grande ignoranza, ma non me ne vergogno, anzi apprezzo di più Socrate che asseriva sempre "io so di non sapere nulla". I veri maestri sono pochi ed anche gli intenditori lo sono e spesso i maestri vengono snobbati perché potrebbero essere tacciati di presunzione. I miei "artifici poetici", sotto il profilo delle assonanze in genere, si limitano ad essere "fonici" ed evito certi virtuosismi che molti poi non capirebbero. "Tomba" e "pompa" o "torba", "fienile" e "felice", "parco" e "saldo" o "parto" o "sarto", ecc... è facile trovarli nelle mie composizioni, ma evito altri virtuosismi perché non li ritengo utili nei portali di internet dove la grande maggioranza degli autori scrive in versi liberi ed a volte ti costringe anche a contrapposizioni spiacevoli quando sento dire che la metrica e le regole della composizione poetica non servono più e sono superate dal verso libero o liberato che consente a tutti di socializzare meglio le proprie emozioni. Ma quando trovo una bella lirica, con un bel ritmo ed una musicalità aggraziata da una rima piacevole mi delizio a leggere e ad apprezzare l’autore che ha scritto quei versi. Ed essendo spesso in giuria di Bandi Letterari e gestendoli io stesso, di testi pregevoli ne leggo tantissimi, ma sono rari quelli che contengono virtuosismi legati alle assonanze ed alle consonanze. E penso anche che tanti giurati neppure riuscirebbero a fare l’analisi pregevole che hai fatto te. Ma si sa che Bandi Letterari in Italia ce ne sono oltre 15.000 e spesso mi chiedo dove li trovano i giurati sufficienti ad analizzare i testi e se tantissimi di quei giurati che compongono le Giurie siano poi effettivamente capaci di analizzare i testi e distinguere certi virtuosismi (o meglio certe professionalità) che, però, alla fine dei conti, distinguono un poeta da un altro e dovrebbero esaltare le capacità espressive contenute nei versi che scrivono e far meglio valutare certe opere rispetto a tante altre e meglio classificarle. Purtroppo questo non avviene ed io stesso sono stato penalizzato in alcuni Bandi Letterari (gestiti da pseudo critici-letterari che spesso vengono esaltati a sproposito e che gestiscono bandi di tipo commerciali legati a questa o quella casa editrice, spesso modesta) dove ho visto premiati dei testi insulsi e privi di senso, ma che poi ricevevano su FB decine e decine di "mi piace" da cricche di lettori spesso incompetenti nel valutare un’opera poetica. Ma quegli autori servivano a far clacca ed a veicolare iniziative che venivano spacciate per culturali quando poi dietro c’era il vuoto o semplici iniziative commeriali. Va bene adesso mi sono lasciato andare in considerazioni che ci portano lontano dalla dicussione iniziale e, vista anche l’ora, chiudo qui e ti chiedo venia se ti ho fatto perdere del tempo a leggere le mie considerazioni che nulla aggiungono alla interessante dissertazione da te avviata.

 Giulia Bellucci - 07/01/2018 14:24:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Comprendo. Avevo visto un’assonanza della vocale tonica nella seconda quartina ( Orte, ori) e nella quarta (ata, asmi) e un’assonanza atonica nella quinta (ese, Orte). Ovviamente come lei ha spiegato, e la ringrazio, è solo una coincidenza. Poi la prima (illa,elo) e la terza (Agna, ene) potevano essere delle consonanze anche se azzardate da me. Grazie della spiegazione.

 Salvatore Armando Santoro - 07/01/2018 04:13:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Armando Santoro » ]

La poesia si sviluppa in quartine di endecasillabi a rima ACDA rimati nel primo e quarto verso e a struttura libera negli altri due versi. E’ un metodo che adopero spesso per interrompere l’impiego della rima. Le assonanze a volte le utilizzo come esercitazione poetica e, quindi, sono ricercate, ma in genere mi limito a versi del tipo di quelli usati dal Pascoli nella sua poesia "Lavandare" con l’impiego dei termini "frasca"-"rimasta" che, come noterai, si differenziano solo nella consonante c e t. Ma il suono che ne viene fuori dalla lettura sembra rimare solo per un discorso legato alla fonetica.

 Arcangelo Galante - 06/01/2018 19:00:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Un componimento poetico affascinante, molto attuale, vista la neve che è pure caduta, in questi giorni, in molte località del Nord Italia.
Il poeta, mediante incisive pennellate descrittive, assimila questo evento a salienti ricordi scenografici.
In questo silenzio, che si espande nell’ambiente innevato, affiorano le solitudini e le abitudini, nei villaggi, ricchi di fumanti camini.
Questa neve, caduta nei luoghi descritti nel testo, pare esprimere, attraverso il biancore proprio, un taciturno bisogno di catarsi e di purificazione, ove, ogni illogicità, viene cacciata via, nell’attesa di un mondo migliore, più pulito.
A queste sensazioni mi ha condotto la lettura, che ho preferito commentare, non dal punto di vista tecnico, ma, piuttosto, udendone le emozioni scaturite.
Buona serata, gentile Salvatore.

 Millina Spina - 06/01/2018 18:32:00 [ leggi altri commenti di Millina Spina » ]

Veramente belle le immagini descritte in questi versi, sembra di farne parte, riuscendo a vivere la delicata quiete che esse trasmettono.
Saluti, Millina.

 Giulia Bellucci - 06/01/2018 18:14:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Da ogni quartina mi giungono immagini chiare e nitide. Voci della natura si alternano a scene in cui si ritrova la presenza dell’uomo. Le quartine , e spero di non sbagliare, hanno uno schema del tipo ABBA. nei versi interni mi pare che le rime siano per assonanza.

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