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al testo di Salvatore Armando Santoro
Come un viandante
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La Via Marina di Reggio Calabria negli anni '50 Come un viandante vorrei rivisitare le spiagge della vita mia passata tornare ragazzino e rinverdire tutti i pensieri in foto trasformare. Rivedermi vorrei in un filmato coi pantaloni corti e la maglietta le mie risate ancora riascoltare guardarmi come un tempo sono stato. E rinfrescarmi all'acqua d'una fonte dove accaldato avevo un dì bevuto il viso d'acqua chiara accarezzare il sudor cancellare dalla fronte. Su un prato incontrar vorrei un alieno che mi dicesse posso accontentarti guardati in questo film che ho registrato dal mio pianeta quando eri sereno. E rivedere un mondo immacolato l'ingenuità, il viso mio pulito, l'animo lindo, sempre credulone, il mare azzurro e il borgo colorato di fiori e panni appesi tra i balconi, le strade bianche senza confusione con bimbi urlanti scalzi ed affamati, un mondo senza neri sui barconi. Quell'innocenza che ci completava, quella voglia soltanto di giocare da mane a sera, senza la malizia che il confessore ci sollecitava, che spronava le prime trasgressioni, al mondo del peccato poi ci apriva sollecitando il male sconosciuto: sono state istruttive le lezioni! Ed era quello il semplice passaggio per entrare in un mondo tutto nuovo, la gioia ed il soffrire per amore e fu davvero fertile il messaggio. Scorre il filmato con dei visi amici quelli più cari e quelli dei parenti il mondo che si evolve ed i rumori le prime moto, le sgangherate bici. E poi gli addii, i baci e la partenza, la nostra vita ch'è cambiata in meglio ma stranamente il mondo del filmato triste risveglia tanta sofferenza.
Salvatore Armando Santoro (Donnas 19.5.2016 - 11,05)
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