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al testo di Ivan Pozzoni
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Dio, contromano, su autostrade madide d'olio e di lacrime s'è scontrato con un camion carico di bestiame o di liquami tossici nella notte di un sabato sera.
Dio troppo basso in cieli carichi di nuvole e di sogni infranti, ha impattato contro grattacieli pieni di uffici e di gabinetti, senza scale antincendio.
Dio, affamato, lacero, in mari ruvidi d'ansia e rivendicazione esistenziale è annegato, gli occhi sbarrati, anelando a barconi colmi d'immigrati apolidi.
Dio, emaciato dentro letti anonimi cloroformizzati da sudari asettici s'è strozzato ingoiando valium per dimenticare stadi terminali di qualsiasi tipo o natura, maligna.
Dio è morto, e continua a morire ancora giorno dopo giorno, senza un attimo di riposo, quasi mai di morte naturale; e non sempre ci sono angeli a ricordargli d'esser stato vivo.
[Underground, 2007] |
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