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al testo di Giovanni Degli Esposti
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Strano ritrovarsi oggi a contemplare del tempo che scorre gli infiniti - piccoli - segni: la scadenza degli yogurth a colazione, i tempi di riconsegna dei libri in biblioteca, gli abbonamenti da pagare, il bollo auto e le assicurazioni... storie misere di periodi che scorrono e giorni e mesi e anni.
Fuori il sole sorge un po' prima di ieri; tramonterà un po' dopo. Nel ritirarsi delle notti un altro inverno corre verso la sua fine. Poi nuova primavera verrà e un'altra estate e l'autunno ancora e l'inverno - di nuovo - infine.
Strano, invero, ritrovarsi a rimirare il tempo e i suoi segnali: ricordi - sempre più lunghi - di ciò ch'è stato e speranze - o illusioni - - o, peggio ancora, rassegnate accettazioni - di ciò che verrà (per molto meno tempo ancora rispetto a ciò ch'è rimasto indietro)
Tenere ancora un diario? - mi dà repulsione dei giorni - molto preferisco scrivere di pensieri e sensazioni che scorrono - ogni attimo - lungo il fluire del tempo: fiume silenzioso che mi deporra - infine - sull'ultima riva. |
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