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al testo di Ivan Pozzoni
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La bomba d’acqua
Giovedì, senza dover raggiunger Tiberiade, ho camminato sulle acque, nella rimessa-auto, che al catasto classificano come casa, sembrava d’essere in boutique, galleggiavano, nei 7mq tra cucina e salotto, una decina di scatoloni e a me, nella nebbia, mi sembra d’aver visto 300 extra-comunitari sui gommoni, o è stata una bomba d’acqua o è esploso un residuato napoleonico sulla grondaia, fatto sta che sono scesi 20 litri d’acqua dal tubo della mia caldaia.
Per sicurezza, anche se il vecchio locatore, dicendo d’esser assicurato, m’ha rassicurato al cenno improvviso dell’onda anomala ho staccato la caldaia non volendo rimanere fulminato, vate al water, stavo seduto sul cesso, al momento del ristagno tanto da avere la fortuna, très chic, di farmi un bidet sdraiato sulle piastrelle del bagno, avendo la rimessa-auto pendente a destra, essendo mio nonno camerata di Trescore Balneario, mi sono spaventato assai, temendo l’onda fosse un’ondata di flusso migratorio.
Terminate le cure termali, armatomi di mocio Vileda, mi son messo a smoccolare su tutti i santi Veda, sciaguattandomi nella melma in stile anfiosso ho aperto le acque, nel cesso, come Mosè col Mar Rosso, ho trasformato il vino in urina, ho redento zoccole, ho dato a Cesare il conquibus l’unica cosa non vi aspettate che io riappaia a Emmaus, sono un terrone d’Europa, recordman dell’arrangiato, ma a far miracoli, ancora, non sono attrezzato.
[Cherchez la troika, 2016] |
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