Pulviscolo di spilli, Una fitta nebbia di Dolori perplessità, angosce E le nuvole emergono appuntite come Scuri scogli. Ma... Sulla tovaglia c'è un'arancia. Sulla tovaglia c'è un'arancia di dolori perplessità, angoscia e una fitta nebbia. Le nuvole emergono appuntite come pulviscolo di spilli e uno scuro scoglio briciole e pagnotta avanzate. Sulla tovaglia c'è un'arancia, una fitta nebbia, pulviscolo di spilli, dolori perplessità angosce, scuri scogli Anu ne è coinvolto, s'infrange e piange, piange Cautha lontano splende e giace col volto tondo, d'un rosa arancio scuote la tovaglia blu, Cautha dal volto perfetto...una rosa, di felicità e angoscia.
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Jacob l.
- 13/04/2018 13:25:00
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Newlla sostanza è bella e dico mi piace. J.
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Klara Rubino
- 10/04/2018 19:27:00
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La tua attenzione Robert mi lusinga ed onora, come la tua proposta trovo adorabile: esprime pienamente e con chiarezza, senza le mie esagerazioni o esondazioni, lintento iniziale che giustifica il titolo! Salvo Sì una volta i poeti erano solitari, solisti tra la folla,ma aadessoe qui si può pure provare insieme ad elaborare una poesia!
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Salvatore Pizzo
- 10/04/2018 17:29:00
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Davvero un bel pensare, soprattutto splendida idea per dibattere di poesia in una cornice sublime... Complimenti
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Robert Wasp Pirsig
- 10/04/2018 15:54:00
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Ritocco la prima, senza nulla pretendere, mischiando le tue parole in un gioco per verso, che spero non ti offenda (non cè in me alcuna speculazione, né volontà dessere). Per la cronaca, ho sottratto lemmi, aggiungendone solo quattro. Ti leggo con attenzione: sempre. Continua la ricerca del tuo linguaggio e non lasciarti assillare dalle regole, né dai commenti come il mio. Grazie, sempre.
Nebbia agli occhi ma pulviscolo di spilli dolori perplessità angosce; e le nuvole emergono appuntite come scogli.
Duri scuri, ma si vede; e c’è una sfera sospesa perfetta oltre il tempo che detta fitta densa nebbia, le fasce rosa l’aranciata rossa e viola e d’oro, riflessi in ogni globulo vivente.
O sulle cromature delle automobili nuove da un treno merci che attraversa i vetri come stracciati averi umani.
Andiamo là che sembra mi abbia mosso: andiamo là, ecco là per versi!
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Klara Rubino
- 10/04/2018 11:48:00
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ragazzi..mmm ho mischiato le carte;le ho pescate, ripescate, poi mi sono lasciata prendere dal gioco, ho tirato, ne prese altre...insomma adesso è unaltra cosa!
Per dovere di cronaca, la prima versione era questa
Pulviscolo di spilli, una fitta Densa nebbia Di dolori perplessità e angosce E le nuvole emergono appuntite come Duri scuri scogli. Ma Si vede, anche se in lontananza - c’è! ( da qui iniziava il corsivo) Una sfera sospesa perfetta Oltre il tempo di una fitta densa nebbia Rosa aranciata rossa e viola e d’oro Anche e che riflette I suoi fluidi flautati colori Sull’acqua Del mare Tra l’aria Del cielo Sui prati coi fiori Gli alberi le foglie, sulla pelle Il viso e le mani, Gli occhi, degli esseri umani O sulle cromature delle automobili nuove Trasportate da un treno merci, attraversando I vetri delle case degli esseri umani.
Con stracciati versi Andiamo là Che sembra che ti ha morso un cane Versi perversi andiamo là Verso per verso, ecco là!
La seconda versione, oggetto dei commenti fin qui era questa:
Pulviscolo di spilli, Una fitta nebbia Di dolori perplessità e angosce E le nuvole emergono appuntite come Scuri scogli. Ma... Sulla tovaglia cè unarancia.
Rispondo a Far che se larancia è di classe allora anche la tovaglia: una è il sole, laltra il cielo ( Anu e Cautha rispettive divinità etrusche)...grazie! A Salvatore dico che non sbagli, lintento era quello, di mischiare le dimensioni, mantenendo o precipitando uno sguardo sul quotidiano ed il reale, col fatto inoltre che la simbolica arancia si può mangiare ed è salutare!
Mi sembra di aver finalmente fatto un laboratorio di scrittura: Ringrazio di cuore i miei stimati maestri!
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Salvatore Pizzo
- 10/04/2018 01:17:00
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Un universo alquanto spigoloso, anzi pungente, oserei dire, non fosse per quellarancia simbolica che mi ricorda molto la Terra con tutti i suoi guai e orrori, nei quali incagliarsi... Non conosco nemmeno io la versione precedente, però convengo che così è davvero squisita, come larancia, del resto... Magari sono andato ben oltre. Eche mi è piaciuta moltissimo... ciao
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Klara Rubino
- 09/04/2018 21:51:00
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Certo che ti è concesso! Ti confesso che ho sempre avuto "perplessità e angosce " circa luso o meno della maiuscola ad inizio verso; la maiuscola mi stride molto quando cè una preposizione (terzo verso) o un enjambement; la preferisco quando i versi stanno a sé o sono in metrica; in questo caso se sostituisco le maiuscole con le minuscole mi dà lidea di un pensierino. Con le maiuscole invece mi viene voglia di scambiare e mischiare i versi come fosse un mazzo di carte. Lo faccio domani...( rifinire e mescolare) adesso non ho tempo purtroppo!
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Antonio Terracciano
- 09/04/2018 19:34:00
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Avevo letto anche la precedente versione, e forse sì, questa è preferibile, perché più essenziale. Però, se mi è permesso farlo notare, ci terrei a dire che iniziare quei (pochi) versi sempre con le lettere maiuscole (in puro stile ottocentesco) contrasta non poco, stride addirittura, col taglio evidentemente moderno della poesia.
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Klara Rubino
- 09/04/2018 18:37:00
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Grazie mille Gianni, è cambiata totalmente, forse è meglio così: meno estemporanea, più stabile.
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Gianni Vavassori
- 09/04/2018 18:26:00
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Letta e riletta, bella.
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Giuseppe Terracciano
- 09/04/2018 15:17:00
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Per così poco non mi sembra il caso
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Giuseppe Terracciano
- 09/04/2018 15:16:00
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Ah proposito! Mhai fatto ricordare che devo comprare le lamette:-))
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Klara Rubino
- 09/04/2018 15:06:00
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O.k. Giuseppe! Mi taglio!...dammi una lametta che mi taglio le vene... come dico io però! :-)
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Giuseppe Terracciano
- 09/04/2018 12:58:00
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Penso che la prima parte rappresenti più che bene tutto il resto del testo; compreso un messaggio di speranza con la parte "Si vede, anche se in lontananza - cè!" Il corsivo successivo (secondo me) lo trovo un dilungare non necessario. Quello che volevi dire arriva comunque. Un saluto
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Klara Rubino
- 09/04/2018 12:45:00
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Grazie Giuseppe per lattenzione e per il suggerimento, anche se non ben capito se trovi di troppo tutto il testo scritto in corsivo o il fatto che sia in corsivo, o che sia in corsivo troppa parte del testo. Lho riletta sotto tre diverse luci e non saprei, la lascerei macerare un po in infusione...posso dirti che il passaggio al corsivo rappresenta il cambiamento che avviene in un ottica di speranza, allavvistamento dellesistenza di una meta. E rappresenta linteriorita in cammino nel mondo.
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Giuseppe Terracciano
- 09/04/2018 12:31:00
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Mi è piaciuta la prima la parte. Il corsivo lo trovo di troppo
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