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Contromano allinferno!

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                      Nel mezzo del cammin di nostra vita 

Alla fine del volo di vostra morte

                           mi ritrovai per una selva oscura 

vi perdeste, al di fuori di una landa, chiara

                            ché la diritta via era smarrita. 

ma la strada, anche se curva, non aveste abbandonato.

                            Ahi quanto a dir qual era è cosa dura 

Che ci vuole a tacere della semplicità di

                            esta selva selvaggia e aspra e forte

questa landa nuda dolce e mite

                            che nel pensier rinova la paura! 

che, nel riviverlo, non ne avreste paura alcuna!

                             Tant’è amara che poco è più morte; 

Molto più che nettare, amabile è la morte;

                              ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, 

quindi non avreste potuto narrare del male che non vi trovaste  

                              dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.

e di tutte le altre cose che non vi si manifestarono.

                              Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, 

Sapete senz’altro ridir di come non vi entraste,

                               tant’era pien di sonno a quel punto

tanto vigili foste in realtà in ogni atomo 

                          che la verace via abbandonai. 

che quella meta, falsa, trovaste.

    

 Klara Rubino - 13/04/2018 20:21:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

ah visto che ormai il quiz è risolto, ho incastrato i due versi per rendere più esplicito il gioco!
Ciao!

 Klara Rubino - 13/04/2018 20:20:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Caro Salvatore e cara Franca era un quiz, per me un gioco!
Non sapevo neanch’io cosa ne sarebbe uscito, ma confido nelle opere d’arte , cioè che abbiano da dire qualcosa di interessante anche se le rivolgi al contrario!
E’ un po’ quello che fa un bimbo che per capire come funziona il gioco nuovo , magari parlante e se movente, lo apre, anzi lo spacca!!!
( il soggetto "voi" è solo per fare un dispetto al contrario allo "io" di Dante)
Ne è nato un discorso interessante, secondo me, un po’ contorto a dire vero, ma insomma vi si dice che la morte non esiste, per questo non ricorderemmo di averla già vissuta, ci sarebbe parsa non certo quello che da vivi si dice sia la morte, allo stesso modo l’inferno! (male fiamme e peccatori)
Mi è già capitato di credere che se certi argomenti ce li avessero narrati alla rovescia, soprattutto in tema religioso, forse per l’uomo sarebbe stato preferibile, forse la verità non sarebbe troppo lontana.

 Salvatore Pizzo - 13/04/2018 19:27:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Par che davvero non si muoia mai. E che l’inferno sia soltanto il rivivere al mondo, convinti di non starci più...
Un crush molto sentito per non dir doloroso assai...

 Franca Colozzo - 13/04/2018 18:52:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Questo percorso a ritroso, un negativo del testo originario, ricalcando i versi del Canto I della Divina Commedia e ritrasformandoli, fa pensare ad una tempesta interiore o ad una esacerbazione tale da mettere ermeticamente alla berlina alcuni fatti o accadimenti attuali. Mi sembra quasi un voler ricacciare i dannati dall’Inferno su questa Terra, che sicuramente non è da meno! Sibillina questa tua poesia, forse da me non interpretata nel verso giusto, appunto contromano. Buona serata su questo piccolo infernale pianeta che ci ospita.


Divina Commedia, Dante Alighieri (1265–1321)

Canto I
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai...

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