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al testo di Glauco Ballantini
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Tirava a lucido gli anfibi da paracadutista acquistati alla bisogna, indossava la mimetica più attillata, metteva su un cinturone operativo, la pistola e le sue barocche decorazioni. Saliva altero sul vetusto Fiat 900, che aveva più anni di lui, e partiva alla volta del suo teatro mensile costituito dalla stazione centrale dove arrivavano le “scimmie pazze” dal CAR. Lì, a contatto coi caporaletti di leva del genio Pontieri, si sentiva davvero il colonnello Mathieu. Era un urlante “Commander in chief”.
Finita la recita di un'ora, però, al rientro nella caserma fatiscente, tornava a girare nella ruota da criceto, stivando i semi in un angolo del suo ufficio inutile e angusto.
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