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Come una quercia antica

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Le Driadi hanno raggiunto un buio specchio

che divarichi i rami scuota indietro,

poi trascina con sé, attrae, scivoli,

 

ma più scura torni poco distante.

L' onda disegna di profilo la spiaggia,

sul traliccio d'una gru, tre gabbiani

 

e attraversare il guado per leccarti.

La chioma sì rida al celeste amico,

sibilo che accarezzi steli d'erba:

fare conoscenza alla luce al sole.

 

Quella potenza sai di certo non l'hai

ti rapisce senza neppure tangere;

l'amore segna il profilo dell'anima

radici vive evase dall'asfalto.

 

 

 

 

 Klara Rubino - 10/07/2018 20:31:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Quando parlo di intrugli non è lavoro è estrazione casuale.
Non costruisco distruggo; di questa poi preferisco la versione iniziale (quella del commento).
Se andassi avanti continuerai a distruggere.
Non mi piace arricchire, mi piace togliere, avrai notato...anche con gli altri, anche con te.
La poesia è incontro tra intenzione ed ispirazione.
Tu scegli la parola e alcune parole scelgono te.
Dapprima aderisco a loro poi le lascio libere...la forma più alta d’amore è libertà!
...insomma la mia è una pesca sportiva!

 Salvatore Pizzo - 10/07/2018 14:31:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Una versione che oserei definire alquanto frammentata, amica mia. Riconosco che hai già fatto un grosso lavoro,nel creare connessioni logiche e sequenzialità che dessero movimento e musicalità...Sarei proprio curioso come potresti svilupparla ulteriormente.Perchè mi pare che forse ci possono essere ulteriori margini di crescita...
buon lavoro e complimeti per quanto già fatto...

 Klara Rubino - 09/07/2018 15:58:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

...gli intrugli!!!

 Klara Rubino - 09/07/2018 15:57:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Cari amici solo per voi la versione di partenza, poi sapete già gli intrighi che lietamente combino...

Sul traliccio d’una gru tre gabbiani
una croce accesa da luci al neon
sulla cima dell’ermo campanile

E attraversare il guado per leccarti,
sibilo che accarezzi steli d’erba,
le ferite e come una quercia antica,

che divarichi i rami, getti indietro
la chioma, sì, rida al celeste amico
fare Conoscenza alla luce al sole,

come radici evase dall’asfalto
Le Druidi hanno raggiunto lo stagno.

L’onda disegna di profilo la spiaggia
L’amore segna il profilo dell’anima,

ti rapisce senza neppure tangere
Ti trascina con sé, attrae, scivoli,

ma più scura torni poco distante
-irritabile perché - tu da sola
quella potenza di certo non l’hai.

 Giovanni Rossato - 09/07/2018 15:34:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

E’ bella e ricca di immagini che ti conducono lungo un percorso dove non si sente la fatica del viaggio ma si respira la gioia del riscatto finale (questa volta assolutamente ben riuscito).
Grazie per i tuoi versi.

 Salvatore Pizzo - 09/07/2018 15:18:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

"Strana" questa tua poesia, mi vien da dire di primo acchito: così ricca di immagini che trovo surreali, ed allo stesso tempo sconnessa di tempi, così la sento; però contemporaneamente ricca di un pathos che spinge a leggerla e rileggerla, come a volerne cogliere un qualcosa di sfuggente e pregevole....
Un saluto denso d’affetto amicale
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