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al testo di Gil
Tra centanni...
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Le cose accadono Pulviscolo d'eventi all'intorno O astri e disastri Di luce e buchi neri. Inquieta perfino il legno D'una porta d'ingresso - I prudenti ispessiscono le distanze, L'isolamento autistico delle pareti Viene sfumato col rosa O col blu di una tivù accesa Se spenta, sgomenta Il silenzio. - Tu osservi E pure t'inquieti e poi ricordi A volo radente di memoria Un minuto balcone Arabesco d'una periferia del cuore, Ricordi l'ansia e l'affanno, l'angoscia Di crescere prole, bocche affamate Di pane e felicità, rammenti il momento Di acquietamento dell'anima, ala D'un'oscura luce, voce cinica E sapiente: 'Tra cent'anni?'. Ritorni A quel legno e ai cortili di resse, tutto È compiuto: cent'anni è già appena un giorno, Un'ora, un minuto. E la mente Ritrova la pace. O la sconfitta per sempre.
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