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al testo di Alberto Rizzi
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Il limite è in sostanza una sabbia che costante il mare bacia
e lì un viaggiatore spiaggiato siede passeggia osserva le quantità d’acqua attorno e dentro
Malgrado lo sconfinato iato tra orizzonte e linea di marea l’acqua pare ferma nel riflesso quàsismàlto d’un’ora anch’essa di confine
quasi uno stagno di biliose rane il cui sommesso gracidare pélovóla su quest’acqua appena sghemba
Il viaggiatore è un’escrescenza controluce un’aberrazione ora una tumefazione del tempo nel continuum dello spazio
che lo si veda di spalle lo si supponga in realtà altrove lui ha sicurezza di un altro sé speculare all’orizzonte intento a commemorare un cammino con un altro cammino
per ricordarlo nel sempre di un abbraccio mancato solo sfiorato negli occhi
(tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze") |
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