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al testo di Rita Stanzione
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Si sveglia diversa a se stessa, un forse, il forse esteso le trema. La luce ha un angolo inaspettato, la brace che cerca freschezza per l’altra sé che oscilla nel guscio amniotico del nonritorno. Ora è una voce, una voce all’orecchio. Crede sia dell’altra. È dell’altra. Va a vibrare sul labbro poi la percorre di taglio, di unione -viso al viso, il cuneo va a nutrire durezza di pietra e anch’essa da un ultimo ritocco getta radice e scava gocce e vene, in dono. |
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