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al testo di Franca Colozzo
Nella selva oscura
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Questo mio componimento, seria riflessione sulla nostra società e sul riflesso che essa ha sulla poesia, nasce in un momento di crisi poetica sulla strada giusta da intraprendere.Il richiamo ai versi iniziali della "Divina Commedia" coglie - nella crisi che il sommo Dante si poneva in un momento non facile per lui e nemmeno per la sua città natale Firenze - un motivo di ulteriori spunti. Ho voluto prendere in giro me stessa in questo mio forse effimero vagabondaggio poetico, fatto di diverse misture e sensazioni, in una società lassa in cui vana è ogni ragionevole azione, dirottata spesso dai social (dissociati dal mondo reale).
Nella selva oscura Sul capo cenere ho asperso... Vago nella selva oscura della coscienza lassa, ove il pensiero imbruna e del sole s'asconde la bellezza pura. Così, solinga, avvolta di paura, priva del mio Poeta prediletto, dell'aspra selva ho colto la bruttura tra il pianto dell’anima negletta. Cielo squassato or è da saette. Ulula il vento, annuncio di tempeste. Volgo accorata prece a colui che tra i poeti eccelle per bravura. *** Libera traduzione in inglese di Franca Colozzo In the dark forest On head I spread ashes... I was in the dark forest of the lax consciousness: the thoughts unclear, of the sun hidden the pure wonder. So, alone, shrouded in fear, deprived of my Poet, of that nasty forest I took the ugliness between the tears of my neglected soul. Heavenly sky now is lightning. Howls the wind, storm is coming. I want to listen heartily him who among poets excels for skills. This composition of mine, a serious reflection on our society and the reflection it has on poetry, comes at a time of poetic crisis on the right path to take. The reference to the opening verses of the "Divine Comedy" captures - in the crisis that the supreme Dante was going through at a time that was not easy for him and not even for his native city Florence - a reason for further ideas. I wanted to fool myself in this perhaps ephemeral poetic wandering of mine, made up of different mixtures and sensations, in a lax society in which every reasonable action is in vain, often hijacked by the social (dissociated from the real world).
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Franca Colozzo
- 09/12/2018 19:29:00
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Caro Gaudenzio ti ringrazio del passaggio. In questa mia poesia volevo solo prendere in giro me stessa con il richiamo allincipit della Divina Commedia. Dante è stato il mio primo amore ed una volta imparavo a memoria i versi della sua opera eccelsa. Come puoi constatare non uso la terzina dantesca, o terzina incatenata, cioè la strofa usata da Dante nella Divina Commedia, costituita da tre versi endecasillabi, di cui il primo e il terzo rimano tra loro, mentre il secondo rima con il primo e il terzo della terzina successiva. Credo che ancora molto avremmo da imparare dal sommo Poeta. Un affettuoso saluto.Ti auguro una tranquilla serata.
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Gaudenzio Massi
- 09/12/2018 09:38:00
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Complimenti.....se fosse al mondo adesso Dante eccellerebbe ancora e con i nuovi dati a disposizione chissà come sarebbe la seconda edizione riveduta e corretta della “Divina Commedia”!
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Gaudenzio Massi
- 09/12/2018 09:38:00
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Complimenti.....se fosse al mondo adesso Dante eccellerebbe ancora e con i nuovi dati a disposizione chissà come sarebbe la seconda edizione riveduta e corretta della “Divina Commedia”!
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Franca Colozzo
- 02/11/2018 23:11:00
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Caro Alberto, il tuo commento in rima ben mette in evidenza il nostro difficile viaggio attraverso la vita. Ognuno singegna come può in questa valle di lacrime. Il problema è che molti si ingegnano a scapito di altri. Dolente nota della nostra umanità che tutto sacrifica sullaltare del benessere, caso mai di pochi, con manciate di molliche ai più deboli. La storia si rinnova sempre senza memoria e, con estenuante fatica, ci avviamo con i nostri fardelli lungo i pendii aspri della nostra martoriata esistenza. Pare che il viaggio di Dante sia più che mai attuale, anche in questo terzo millennio in cui la rete appare spesso a servizio dei poteri forti. Ti auguro una serena notte ed un felice fine settimana.
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Franca Colozzo
- 02/11/2018 22:51:00
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Cara Graced grazie del tuo passaggio. Hai proprio ragione! Tutto è caotico attorno a noi, tutto è urlato attraverso i media e i social che ci condizionano. In questa selva oscura, in cui mi sento immersa, alla ricerca delle arcane radici della vita, annaspo e mi domando dove io abbia sbagliato e come sia possibile trovare la luce in mezzo a tante tenebre. Anche la mia poesia vacilla in quanto non so più verso quale meta dirigermi. Spero vivamente che da questincubo possa uscire presto, complice anche il cattivo tempo che non dà tregua. Ti auguro una buona notte ed un sereno weekend.
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Alberto Becca
- 02/11/2018 22:36:00
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Tutti siamo vaganti fra selve, cieli, mari Tutti andiamo avanti a passi incerti, ignari di quel destino, o fato che attende noi viventi E un viaggio tribolato Stringiamo forte i denti ! La meta è nebbia fitta è incerta la partita.. Forse la via diritta è stata ahinoi smarrita ?
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Graced
- 02/11/2018 19:26:00
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A volte è la nostra anima a non ritrovare la via della divina luce. E nei secoli dei secoli tutto si ripete quando aleggia il caos in ogni cosa e non ci si raccapezza più. Credo che il nostro tempo rappresenti il caos. Se ci guardiamo attorno tutto è disordine, tutto è urlato, tanto da non farci raccapezzare dove porti la via della pace, della quiete, del silenzio, della riflessione che, serve a resettare lanima di noi poveri mortali. E tu ce lo canti con la grazia che ti è consueta, cara Franca. Un caro saluto di buona serata da Graced.
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