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La nera coperta

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LA NERA COPERTA

 

Magica, come la notte, 
Avvolgimi di una nera coperta
E portami lì dove aperta
Una finestra 
Mi mostri la luna. 
Fragile ginestra, 
La vita è una minestra 
Insipida ed il mio sangue 
Non è un buon sale
Con il quale condire
Questo insensato morire, 
Vivendo. 

Un giorno, forse, la poesia
Tornerà ai suoi antichi albori,
Quando gli allori 
Erano brillanti corone 
E prone le stelle si piegavano
Come muse alla sua penna
Pronte a farsi dipingere
In tutta la loro maliziosa grazia. 
Ma quel tempo non è oggi.
Oggi cerchiamo più tempo
Sprecando il tempo. 
Oggi è prosa, oggi è una rosa
Che ha sul suo stelo merda,
E non petali. 


Ma tu, magica come la notte, 
Avvolgimi in una nera coperta
E portami dove scoperta 
Come una donna 
La galassia mi mostri 
I suoi segreti, 
Senza pudore!
I versi sono preti 
Ai quali un poeta 
Deve confessare tutto, 
Anche se non crede, 
anche se non vede 
Che buio nel buio. 
Muoio, muoio vivendo!
E svendo la mia anima 
al diavolo ogni giorno
Per un po’ di fuoco 
Che mi riscaldi 
Da questo gelo eterno!
Anche l'inferno 
È meglio di questo purgatorio
Di silenziose penitenze,
Di questo dormitorio 
Dove anime si assopiscono
In limbici sospiri, 
In giri di lenzuola. 
La vita è una scuola
Dove i maestri 
Morte, Amore, Dolore 
e Pazzia ci insegnano, 
Con sguardi di scorno, 
Che tutto brilla, 
fino alla fine del giorno. 

Ma tu, magica come la notte, 
Avvolgimi in una nera coperta
E portami dove esperta 
Concedi ai poeti, 
malati, pazzi e disperati,
I fiati dei buchi neri, 
Il verso lirico di una particella
Nel vuoto,
Il respiro dell'universo ignoto. 

 Stefano Verrengia - 02/01/2019 13:30:00 [ leggi altri commenti di Stefano Verrengia » ]

Ovviamente hai ben interpretato, come al solito d’altronde.

 Stefano Verrengia - 02/01/2019 11:44:00 [ leggi altri commenti di Stefano Verrengia » ]

Grazie Antonio. La tua fiducia e la tua stima mi galvanizzano. Non sono sicuro di poter portare il fardello della rinascita della poesia, del riportare l’alloro ad essere corona ... posso solo garantirti che darò ogni molecola del mio corpo affinché questo avvenga.

 Antonio Terracciano - 31/12/2018 22:38:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Se ho bene interpretato, è questa una poesia sulla poesia (un genere tra i più interessanti, secondo me) . Il Verrengia appare scontento della vita così com’è, e vorrebbe che la poesia lo conducesse verso alte, o anche basse, bassissime vette ("Anche l’inferno / è meglio di questo purgatorio" scrive, a un certo punto) . Ma viviamo in un’epoca in cui la poesia non è più quella di una volta ("Oggi è prosa, oggi è una rosa / che ha sul suo stelo merda" : come dar torto all’autore? ) , ed il lavoro si conclude con l’auspicio che la nostra arte possa ancora concederci "il respiro dell’universo ignoto" . E se la riscossa della (vera) poesia prendesse avvio proprio dalle opere del Verrengia?

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