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al testo di Stefano Verrengia
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MIRABILIA
Non sapremo mai se nei boschi Dei sogni conosceremo Un albero dai frutti dolci Come il silenzio. Penso ancora a quel vento Che faceva cigolare i rami, quella terra sotto la mia schiena, quel cielo nei miei occhi, la bocca vuota ma felice. Fra le foglie si nascondeva il sole, e dal mio promontorio la musica del mare mi cullava come una imbarcazione fra le onde sconfinate. L’immenso si nascondeva fra le cose, i fiori si chinavano al vento come tanti sudditi che si chinano al loro padrone. Temerario, non avevo paura Di affacciarmi dal precipizio Sul mare, di vedere il sole che si rifletteva e faceva quella distesa un letto d’oro dove vedere assopite le proprie angosce. L’infinito si stagliava Sotto e sopra di me, e come un gabbiano i miei occhi folli volavano verso l’orizzonte, incuranti, verso il ciglio del mondo, sperando di cadere in un sogno. E non volevo altri miracoli, se non il cielo nei miei occhi, la bocca vuota ma felice. |
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