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al testo di Stefano Verrengia
Confutatis Maledictis
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CONFUTATIS MALEDICTIS
Giorno dopo giorno, notte per notte, nello scorno e nel dolore vago, randagio cane o spezzato spago, in quest'ora di più furiose lotte. E verso il nulla così m'addentro: un verso, una bara o una croce di questo buio che mi porto dentro non hanno trovato alcuna foce. E guardo il mare, guardo il cielo, altare di nuvole ed onde, cade poi lo sguardo su quel tuo velo che qui mi separa da quelle strade, finestra, dove un tempo, con zelo, speravo, credevo! Cosa accade?
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