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al testo di Giorgio Mancinelli
LUomo di Cristallo
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L' Uomo di Cristallo. Ha negli occhi essenza di cose dissonanze di tempo visioni sterminate di campi assolati filari d'alberi verdi e spogli solchi profondi di piazze arate fiumi d'orgasmo di strade affollate frantumazione di folla colta nell'attimo febbricitante sul filo dei marciapiedi dove cammina dove impazzisce. A città automatizzate tiene scheletri d'edifici guerre d'ombre fratricide insoddisfazione d'amplesso il vecchio il nuovo contrasto d'ogni tempo davanti le chiese raccoglie povertà della società cosiddetta avanzata avanzi al mercato Prevert è un cane che vaga tra i rifiuti Boudelaire tiene aperto un ultimo banco di fiori per tutte le stagioni i figli del male defraudati le madri violentate schegge impazzite di una ultima guerra. Riflette negli occhi contrasti connubi raccoglie voci ricapitolazioni del passato storie senza senso per assonanze metafisiche afferra attimi impossibili da vivere coglie umori sulla faccia della gente le grandi scritte sopra i muri incoerenza d'idee ostentazione di un volere altrui fra verticalismi incombenti l'ultima scapigliatura di moda gli artisti in vetrina mostrano le ultime schifezze dell'arte cialtrona. A sera immerso nell'ombra che tutto nasconde torna sui propri passi per poi ritrovarsi da solo annichilito e stanco come schiacciato dentro un Picasso.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980-2000) - raccolta inedita
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