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al testo di Stefano Verrengia
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UNA BOTTIGLIA DI VINO
Quante volte ho barcollato Come un ramo nel vento O come una barca nella burrasca Per poi sdraiarmi Nella vasca per annegare Nei miei sogni E soffiare i miei pensieri Come bolle di sapone Verso il cesso … Ma cos’è, la vita? Una bottiglia di vino che finisce subito. E dubito, dubito sempre!, che Dio sia così buono con i buoni e così cattivo con i cattivi, che i rivi dell’inferno siano colmi di anime penanti e che le nuvole siano piene di angeli inneggianti così tante noiosità. Zio Satana ha sempre Dimostrato onestà, ci ha dato i sorrisi infuocati e amiche con il caldo fiato, ci ha dato una soffice perdizione e il buio dove la nera canzone può sussurrarci la sua melodia proibita. Ma cos’è, la vita? Una bottiglia di vino Che finisce subito. Non c’è nulla di divino In un cane sbudellato Sull’asfalto, che sta lì, chino come un feto a marcire al sole pronto per fiorire di vermi e mosche, e noi, qui fermi, come statue di carne nell’eterna attesa che il tempo ci sgretoli come pane raffermo nelle mani di un vecchio sdentato. E’ infermo il mio cuore, lo ammetto: affoga nel suo inchiostro e la penna non è una buona fune per fuggire da queste nere sabbie mobili, da questa infinita discesa verso il nulla. Ma cos’è, la vita? Una bottiglia di vino che finisce subito. A volte è bella Un’ora che leggera Vola come un colibrì Scintillante fra le verdi Foglie senza doglie E senza timori, inabissati nel silenzio dell’infinito, quando il sole abbraccia il mondo come una rossa coperta ed esperta la lepre nella fossa fugge per fuggire i predatori … per poi arrivare alla sera, dove la luna si tinge di magnolia e il cielo è una veste succinta di seta nera pronta a ricoprire la luna di gelida sensualità, di omertosa voluttà, pronta a posare ammiccante come una cantante su un palco buio, illuminata da un solo riflettore. E così le ore, i minuti E i secondi che vanno Giù per la gola: questo consola il nostro stomaco assetato. Ma cos’è, la vita? Una bottiglia di vino Che finisce subito, un sospiro sospeso fra le nuvole e l’abisso.
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