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al testo di Nina Della Santa
Sara
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Sara è talmente concentrata su di sé, da non riuscire a stare al passo coi tempi. Un passo incessante, determinato, ma ottuso, senza una vera destinazione. Il passo statico della corsa da una stanza all’altra, nei corridoi di qualche palazzo: chilometri percorsi a vuoto, ogni giorno, sugli stessi pavimenti, sulle stesse strade. Sale e scende incessantemente anche la linfa, in ogni albero piantato dove un seme ha sorte di attecchire; va e viene diversa, ma vitale: entra pura, provvidenziale; torna densa, diretta a chi ne attende ogni millimetro. Dalle aperture dei palazzi, innumerevoli pause caffè-sigaretta spacciano tossine per energie. Da aperture ancor meno visibili, bocche silenziose rilasciano, come scarto, un sospiro di sollievo. Forse è per questo che non riesce ad allontanarsi dalla sua cucina, dalle sue piante, dalle querce e i pini che, poco lontano, aspettano sempre di essere visitati.
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