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Quando leggo poesie

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Odilon Redon, La liseuse (La lettrice), 1895-1900
 
Quando leggo poesie
mi annoio dopo poco,
passo ad altro, salto, divago,
nebulosa mi sfoco -
così girovago per casa,
carezzo Lilli misteriosa,
vibro all'illetterato
suo profondo ronronner.
Passando per l’ingresso
o per il bagno
spio nello specchio
le rughe appena nate,
archeologia del nuovo (che non trovo) -
variazioni variabili alla lagna
che stempera e accompagna litanie
sillabiche di strade,
di volti seminati
come ombre perdute nei giardini.
Quando leggo poesie
"moi est un autre" -
ambra o graffito
nel guscio di un eterno imprigionato.

 Antonio Terracciano - 08/05/2019 20:18:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Credo che anche i pittori non guardino volentieri i quadri dei loro colleghi, che i musicisti ascoltino malvolentieri le musiche degli altri musicisti, ecc. La poesia dovrebbe essere pubblicata soprattutto per essere letta da chi quell’arte non possiede, dai lettori comuni o dagli studenti delle scuole. Del resto, quando (raramente, per fortuna) sono costretto a chiamare il mio idraulico per qualche riparazione, lo guardo lavorare con molta ammirazione, lo prendo quasi per un dio, perché non capisco niente di idraulica; ma un altro idraulico...

 Salvatore Pizzo - 08/05/2019 13:27:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Felicissimo di averti interpretata secondo il tuo sentire, mia cara Cristina. E, allo stesso tempo, felice per una certa coincidenza di gusti. Evidentemente, tra schivi della"celebrità" ci si riconosce: anch’io mi annoio all’inverosimile quando penso a certe pedanterie, a formalismi esasperanti che sfiorano l’infantilismo, per piombare nella senilità, pure in giovane età, a certe superficialità mascheranti la noia mortale di conventicole, circoli e premi...
Un caro saluto sempre.

 cristina bizzarri - 08/05/2019 12:48:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Jacob: grazie, io volevo semplicemente e banalmente dire che le poesie, dopo un po’che le leggo, mi annoiano ... forse per la mia poca frequentazione e scarsa cultura poetica. Personalmente mi piace leggere Leopardi ma anche (pur riconoscendo l’immensità - secondo me - di Leopardi) anche poesie di autori sconosciuti o di amici della Recherche. Non sono un’intellettuale, sono una che curiosa e spizzica qua e là. Mescolo Bergman che adoro a programmi come "Chi l’ha visto", Dostoevskij di cui sono una fan, alla "Bella Addormentata nel Bosco" di Walt Disney. Insomma sono, direi, una nazional-popolare! :-)
Laura: grazie, credo davvero che quando siamo immersi nella lettura (quando almeno ci riesco) ci amplifichiamo ed espandiamo, quasi quantisticamente (!) nel vissuto dell’altro/a. E Rimbaud mi pare invitasse anche a fare questo, oltre a inventare un mondo nuovo attraverso la parola. Ma molto presto ha voltato le spalle alla letteratura, chissà, forse a modo suo una nuova ricerca, terrena e concreta, della verità. Scusa la banalizzazione!

 Laura Turra - 08/05/2019 10:53:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

<<Quando leggo poesie / "moi est un autre" ->>
Risonanze “rimbaudiane” in questa tua, Cristina. Come sempre mi sorprendi con i tuoi testi. Un abbraccio e spero di leggerti ancora presto.

 Jacob l. - 08/05/2019 10:26:00 [ leggi altri commenti di Jacob l. » ]

Questa poesia ( e la sua risposta al commento ) può essere, a mio avviso, letta in due modi: un larvato disprezzo per la poesia " dilettantesca " che si ammanta di competenza e si esprime nei vari circoli, cenacoli, che si pavoneggia nei " mi piace... bravo ec..". Quasi a sottolineare la differenza con la propria.
O anche nella poesia scritta per se stessi e non resa pubblica, o appena appena accennata. Sommessa e schiva di lodi. Privilegio di pochi questo modo di fare poesia.
Un saluto
J.

 cristina bizzarri - 08/05/2019 09:50:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Ciao Salvatore. Mi annoio e mi illanguidisco dopo un po’ (poco) che leggo poesie, anche se sono (per me) belle. Mi piace scribacchiarne, mi fa bene, è per me un modo di riempire (di uno dei tanti sensi che gli attribuiamo) il tempo. Tutto qui. Senza piedistalli o pretese di alcunché, solo uno sfogo interiore verso l’esterno, un bisogno di esprimersi che ognuno fa a modo suo. Non mi piacciono i cenacoli, le riverenze, le apologie. Né tantomeno i piccoli capannelli di poeti o di loro ammiratori. Li trovo vagamente polverosi e un po’ caricaturali. Ma trovo bello a volte leggere, ascoltare persone intelligenti e sensibili. Tutto qui. Grazie.

 Salvatore Pizzo - 07/05/2019 03:09:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Bello questo tuo deambulare irrisolta: tra poesia e noia divisa, per mezzo di un’ironia condivisa...
Un caro saluto

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