LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Federico Zucchi
|
|||
La dolce tirannia del comfort
Non è perseguibile da una Corte Suprema non lascia le sue impronte sulla scena del delitto sfugge ai controllori di volo ma non alle multe per sosta eccessiva. Ama se stesso più di tutti i suoi sogni e non vuole essere disturbato dai seccatori di turno, dall'amore non corrisposto, dalle azioni che prevedono un rischio non calcolato. Governa in tempo di pace come un accorto padre di famiglia, progetta la propria carriera sospinto dalla brezza più in voga, butta la ghiaia davanti alla casa per livellare ogni buca nel chiostro. In tempo di guerra si scopre felino si toglie di dosso la luce del giorno sbarra l'ingresso a chi fugge ingobbito, scarta gli appelli invisi al Regime, alza il volume del quartetto per archi quando la ronda tortura in cantina. L'agio è il nostro Dio domestico, è così dolce e servizievole che gli si perdona volentieri ogni anelito congenito al diniego pretestuoso. È il veleno premuroso che ci uccide a poco a poco levandoci dal cuore le spine acuminate che sottendono la rosa. |
|