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al testo di Roberto Maggiani
I morti
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Parto col dire che la morte, evento misterioso che, spesso, sfugge alla logica umana, non avviene in maniera uguale per tutti. E l’autore lo mostra proprio discorrendo, su tale argomento, elencandone aspetti salienti sugli oltrepassati, che differenziano anche nelle conseguenze relative alla fine del loro soggiorno terreno. Pertanto, restano legittime le sue considerazioni e riflessioni surreali, o come le si vogliano interpretare, fatte sulla nera signora. Quello che il Maggiani pensa, lo trasmette con la scelta di parole realistiche e, al contempo, toccanti, nello sviluppo della pubblicazione. E tangendo un pochino anche il settore spiritico, il tema conduce allinevitabile sensazione di morte interiore, che scaturisce in chi resta vivo, ma solo allapparenza, giacché fluttua in un’altra dimensione. Qualunque sia il parere di ciascun lettore, convengo con Roberto, permettendomi di aggiungere che, la morte, non scioglie il vincolo d’amore e neppure annulla il ricordo affettivo di chi si è voluto bene, ma lo santifica e lo sublima, poiché quella vita spezzata, si è rinnovata, eternandosi, per fede o credenza nell’immortalità dell’anima. Opera intensamente introspettiva e densa di spunti sui quali soffermarsi a riflettere!
Grazie per la vostra lettura e per le riflessioni che avete lasciato sulla pagina. Non è certo facile parlare dei morti, anche perché è una condizione umana di cui è difficile capacitarsi se non con limmaginazione e, se cè, la fede. Sui morti si può dire tutto e il contrario di tutto. Lunica cosa tangibile è laffetto o il semplice ricordo che portiamo dentro per chi ci ha lasciato.
Penso invece che i morti, attraverso lenergia della loro anima immortale e i flussi vitali, continuino a vivere anche dentro di noi, accanto a noi o in altre dimensioni che non ci è dato sapere né vedere. Solo alcuni uomini posseggono o sviluppano capacità tali da riuscire a strappare limpenetrabile velo. Non cè tristezza nei defunti se lanima loro è appagata dai cicli delle vite passate. A me piace pensare così, senza le certezze cattoliche o religiose in genere, rifugiandomi nella filosofia buddista senza esserlo veramente. Mi sento trascinata dal flusso delle vite che, come onde, si rincorrono senza quel velo triste e soffocante dellinferno - purgatorio - paradiso. Questultimo poi, tutto mi sembra anziché un luogo felice, nella stasi di una contemplazione estatica ed eterna. Dio = Energia cosmica e noi siamo frammenti di essa. Secondo la famosa formula di Einstein (E=mc2), la massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce si trasforma in energia. Alta concentrazione di particelle forma la materia e noi siamo quella concentrazione di energia, consapevoli o meno dessere parte di un unicum.
I morti non hanno bisogno di noi, sono ormai nati in un altro Amore. Siamo noi ad aver bisogno di loro, ancora ci mancano. I fiori li mettiamo più per noi, che non ci abituiamo mai all’inverno. Una bella poesia, Roberto, grazie.
Non so se sia soltanto una mia impressione errata, ma a me questa poesia fa pensare ai morti di Halloween, immersi nelloscurità e nella tristezza, dato che non hanno la luce e la gioia dei morti di Ognissanti.
Cose che capitano ai morti verrebbe da dire, non fosse per quel "essere vivi o essere morti, alle volte, è la stessa cosa". Qui allora si confondono i ruoli, finendo nel dimenticatoio prima ancora di esser morti. Ma è così che va, confermando la regola ben espressa in questi bei versi. Un saluto
Grazie di cuore, Roberto carissimo, per questo tuo doloroso ma anche intensissimo, commovente invio. Parole ed immagini si uniscono perfettamente e rendono appieno il senso, il mistero, il dolore e la "naturalezza" della morte. Grazie, grazie sempre dei tuoi preziosi invii, e un saluto affettuoso a te e al carissimo Giuliano da parte di