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C del vero

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C'è del vero in questo assurdo.

Graffia la vita con le unghie da gatto

E la scimmia sul ramo la beffa

Riflettendone la smorfia da volto pensante.

 

Ma poi l'alba riporta tutto alla carne

Delle cose, tra i piatti sporchi della cena

Ancora da lavare e una lavastoviglie,

Paradiso perduto o mai raggiunto.

 

 

 Gil - 10/11/2019 12:13:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Grazie, Laura; grazie, Salvatore. A mani giunte sul cuore.

Un abbraccio

 Salvatore Pizzo - 10/11/2019 01:48:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Bella la chiusa, ma anche il resto: così immerso in un esistenzialismo da rifuggire persino una socialità quadrumane com’è quella odierna.
Ciao

 Laura Turra - 07/11/2019 08:57:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Dai sogni, forse, dai pensieri notturni sulla vita, l’alba ci riporta alla "carne" del quotidiano. Gli oggetti comuni del vivere (i piatti da lavare, o la tanto desiderata lavastoviglie) qui entrano nell’orizzonte poetico con il ruolo salvifico di ancorarci al presente, mostrandoci che esiste un ordine possibile, un progetto che spieghi l’esistenza. Divengono un legame “strano” e indispensabile tra il lontano e il vicino, tra l’incomprensibile e il saputo.
Un testo che ho apprezzato, Gil. Ti abbraccio forte

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