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Chi mi ha chiesto una cura

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La strada non muta la meta. È comodo

per riguardarsi. È sufficiente il modo 

di coinvolgere la lattaia che portava 

il nutrimento alle porte. Nemmeno si vedeva

in piena luce. È importante 

ci sia stata, ma non c’è. Come tante 

polveriere, come i coppi sugli spioventi 

e bartali al Col du Galibier che lo sostenta.

Le mucche sono munte dal metallo

eppure è difficile tirare in ballo 

che abbiano una salute di ferro. 

Chi ricorda l'ape Elvira dalle borse trarre 

il tintinnare del pascolo dal sacco elastico? 

Voi non l’avete vista bussare, ma io la sento e fantastico.

Viene in mente che il vetro fa compagnia 

e la plastica solitaria è una pessima spia. 

Il mezzolitro ciarliero rivoglio

che imbianchi la lingua al risveglio.

Cos’é la primavera per questo motivo?

L’aria trasparente dal candore primitivo

che traduce in sanità una parte di me.

Quella parte invariabile che

non prosegue nel seme. Bisogna racconti

della mia arnia. Bisogna che la rifondi e confronti.

Penso a quando il verbo automatizzare era inutile 

per quanto ciò che è resto umano sembri infantile.

La creatività era una maraviglia a tutto spiano.

Oggi si spiana tutto e la maraviglia è una rana.

 

 Franca Figliolini - 12/11/2019 08:49:00 [ leggi altri commenti di Franca Figliolini » ]

tu sei sempre maraviglia e Dereck, là dove sarà, avrà sparso una lacrima di gratitudine per chi l’ha scelto. un bacio al mareaperto.

 Giovanni Rossato - 10/11/2019 21:58:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Davvero bella ma credimi c’è ancora posto per la meraviglia basta...tornare ad essere uomini anche solo per un attimo.
Grazie per questi versi.

 Laura Turra - 07/11/2019 09:09:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Ho letto con grandissimo piacere, per la ricchezza della tua parola e del pensiero. E rileggere porta sempre nuovi spunti.
In te la creatività è vivissima e la mia "maraviglia" a tutto spiano.
Grazie per la cura. Un caro saluto

 Francesco Rossi - 06/11/2019 18:12:00 [ leggi altri commenti di Francesco Rossi » ]

Una composizione poetica altamente creativa. Esistono coinvolgimenti emotivi che si rincorrono ma non solo, traspare alla lettura una denuncia e il verbo automatizzare che ora si avvale della robotica come mezzo che toglie creatività all’individuo e lo sostituisce in mansioni che prima gli appartenevano a pieno titolo.

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