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Come fosse una preghiera

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Padre, che ora turbi i miei sogni
Con le tue apparizioni, ora
Che gemi nella morte
Come un tempo gemesti nella vita,

Ora che le nostre spalle
Sono divenute tra loro straniere
Vedo sfiorire ogni nostra verità
E allo stelo d'una strenua resistenza affido

L'immagine di quest'uomo che pulisce il vetro
Convinto che una più chiara trasparenza
Lo conduca lontano nella visione

Ignorando con la coscienza
Il dramma del bivio, la svolta
Che muta il flusso del divenire
In una teoria di attimi
Dove la scommessa di ogni alito
Si perde
Tra nebbie, miraggi ed illusioni,
Dove il tuo apparire non è altro
Che un residuo di fonemi, lettere
Con cui assemblo un alfabeto
Per continuare a vivere in ogni parola
La nostra umana dignità.


 Gil - 22/11/2019 16:44:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Grazie, Salvatore, onoratissimo del tuo commento.

 Salvatore Pizzo - 20/11/2019 03:48:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Una preghiera di grande laicità e profonda umanità: l’appellarsi a chi più non è, il richiamarsi all’opacità delle visioni che c’inseguono, è un farsi poesia con la propria carne...
molto sentita, quasi vissuta.
Ciao

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