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al testo di Rosetta Sacchi
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Non so dove vanno a morire i miei passi penso a lidi antichi miraggi ed oasi nel deserto e penso a floride siepi.
Non so cosa chiedono i miei occhi stormi passano celeri e non mi domando se si tratti di corvi o gabbiani.
Né levo lo sguardo. L’acuto grido non è il gracchiare grave che l’aria graffia ed il bianco nitore è preferibile al nero.
Testimone di tanto clamore l’orecchio il pensiero distratto un istante assai breve ritorna allo svago consueto.
Così può apparire a chi a me dinanzi legge assenze e non viaggi nei miei occhi attratti da più quieti orizzonti.
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