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Gemella dal corpo sottile

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Dopo il primo passaggio di stralunati

e un’altra scia di curiosi con l’espressione

del nibbio in un’isola gelida e spoglia

solo il mio corpo al centro

a terra sotto nuvole schiacciate

la fotografia come quelle del Faust

di Sokurov insensata e anamorfica.

La bocca che bacia il pavé

una carezza estrema e la palude che ottunde

la ragione. Ci pensavo dai tempi delle medie

a quanto può essere sinestetica e ampia

la stanza dell’annullamento,

da quando ci rincorrevano i cani

che nel contesto impersonavano il male.

E avrebbero perso.

Una metà del campo è nel buio,

l’altra mi sopravvive -come le mani di aceto

che mi lavano i fianchi

lasciando odore di armadi messi a nuovo.

Era amorevole il tempo delle madri

senza condizioni. E nessuno più.

Ora, è lecito che la finestra sia rimasta

a guardarmi senz’ali, mi chiedo.

Poteva concludersi vento e spettinare polveri

riempire il deserto di nuovi patti di linfa

intanto porre un limite di catenacci.

Ma è fatto. La soglia mi fa memoria d’altro

e sto bene nell’indeterminata bocca del silenzio

cadenza di novembre

dal corpo di una gemella sottile

dove rifugio la parte più bella di me

tirata per i polsi ma poco ostinata

a non venire.

 
In "Versante ripido" gennaio 2020

 

 Rita Stanzione - 24/01/2020 11:53:00 [ leggi altri commenti di Rita Stanzione » ]

Grazie di cuore per la lettura, Elisabetta.

 Elisabetta Cassone - 09/01/2020 20:26:00 [ leggi altri commenti di Elisabetta Cassone » ]

bellissima...

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