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al testo di Rosetta Sacchi
Vedo che mi stai guardando
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Vedo che stai guardando sotto le lenti quel baffo un po’ marcato sopra il labbro... Lo sguardo sempre fisso, poi ti domandi dove é finito quel dente sì macchiato, memoria di una caduta dal castello. Sai, quel baffo io ce l'ho lasciato per non toglierti il divertimento E con gli occhi a sorridere ho imparato… che tutti mi dicono: son cosi belli! Tu invece da acuto osservatore avrai notato sul pallido mio viso quella rughetta che, se rido, si allarga intorno alla palpebra inferiore. La parola “castello” nel quinto verso è riferita a “letto a castello”
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Rosetta Sacchi
- 30/01/2020 19:36:00
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Ops... mi correggo: Rosa Maria Cantatore
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Rosetta Sacchi
- 30/01/2020 19:33:00
[ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]
Grazie Maria Rosa Cantatore per il positivo giudizio espresso sulla mia poesia. Un cordiale saluto
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Rosa Maria Cantatore
- 30/01/2020 11:33:00
[ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]
sono sempre più contenta di leggere i tuoi versi, mia (quasi)omonima...
perchè trovo in essi unautenticità, che non è banalità nè superficialità; unaccuratezza e uno studio della parola, che non sono affettazione. E neanche vuoto esercizio formale.
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Dedalus
- 29/01/2020 20:52:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Strano questo testo che penso si possa considerare neorealista anche se del neorealismo ha solo lo stile, infatti da esso emerge la quotidianeità non certo nel senso stretto della parola in quanto non inquadra quelli che sono le problematiche sociali ma solo la quotidinarietà. Cè tutta lesaltazione che porta al monologo, un monologo tra lautrice ed una fantomatica figura speculare. Come di consueto risalta una certa musicalità timbrica. Complimenti.
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