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al testo di Gil
Tu non venire
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Ho il verso diroccato, tu non venire e non sbirciare tra le mie parole, il sopracciglio della gioia ricadrebbe sul grigio dei miei suoni, privi di una casa dove ad ogni passo sapere di poter tornare, dove il dovere del ritorno ha la capacità binaria delle rotaie di leggi e convenzioni in bello stile.
Tu allora non venire e disabita questa mia gioia d'illusioni, l'artefatto degli incanti e del bisogno che m'inganna ponendomi nella gola un'altra voce, fiato inquieto e disadorno di questa nostra solitudine di figli.
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